“È sicuramente opportuno un intervento di semplificazione e razionalizzazione dell’istituto dell’amministrazione straordinaria delle grandi imprese in stato di insolvenza alla luce delle ricadute sociali ed economiche”.
Lo ha affermato il segretario confederale dell’Ugl, Fiovo Bitti, che ha partecipato all’audizione presso la X Commissione Attività produttive della Camera dei Deputati sui disegni di legge in materia di amministrazione straordinaria delle grandi imprese in stato di insolvenza.
“La proposta di legge 865, pur con i necessari correttivi, presenta un quadro complessivamente adeguato e di immediata attuazione, a fronte del disegno di legge 3671-ter, derivante dallo stralcio dell’originario disegno di legge 3671 dei ministri Orlando e Guidi, che rimanda ad una delega al governo, avendo quindi tempi più ampi di realizzazione”.
Entrando nel merito delle misure “il confronto con la rappresentanza sindacale non può essere marginale, è invece un passaggio necessario per rafforzare gli strumenti a disposizione del commissario straordinario al fine di scongiurare la chiusura dell’attività produttiva. Sarebbe utile assicurare una presenza della rappresentanza sindacale nel comitato di sorveglianza, in un’ottica di partecipazione dei lavoratori, o, in alternativa, prevedere un confronto istituzionalizzato e serrato nelle diverse fasi della procedura, che dovrà essere accompagnata con un adeguato sistema di ammortizzatori sociali. L’individuazione dei criteri numerici rispetto ai dipendenti e al fatturato non è un elemento neutro, la valutazione dell’impatto sociale della chiusura di una impresa è da verificare caso per caso sul singolo territorio. Si evidenzia altresì la necessità di avere una puntuale definizione di cosa debba intendersi con il termine dipendenti, viste anche le novità introdotte con la riforma delle tipologie contrattuali di cui al decreto legislativo 81/2015. Anche la tempistica è un elemento da valutare con attenzione, perché non indifferente alla salvaguardia della continuità produttiva. Fermo restando la necessità di assicurare la massima professionalità possibile, è da evitare una norma che circoscriva sensibilmente la platea di coloro che possono ricoprire l’incarico di commissario straordinario, figura assolutamente centrale. Oltre all’intervento normativo, si ritiene opportuna una valutazione complessiva sui settori produttivi, considerando che i processi di ristrutturazione interessano ormai a 360 gradi l’economia del Paese. In questo senso, è auspicabile un’azione conoscitiva da parte del Parlamento”.

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