“E’ un impianto d’eccellenza nella realizzazione di turbodiesel la cui qualità e produttività resta molto alta. Per questo, è da sciacalli decidere di delocalizzare l’azienda, ben solida da 30 anni in Abruzzo, solo perché, probabilmente, attirati  da un costo del lavoro più basso all’estero”.
A scandirlo è Paolo Capone, Segretario Generale dell’Ugl, in merito alla decisione della multinazionale americana di turbocompressori, con sede ad Atessa (Chieti), di trasferire la produzione in Slovacchia e Romania.
“Si tratta – evidenzia Capone – di 420 dipendenti più l’intero indotto, che rischiano di rimanere senza lavoro”. “Durante queste operazioni industriali, non si tiene mai conto della dignità umana e di tantissimi lavoratori costretti a rimanere a casa” afferma il leader dell’Ugl. Per Capone “è opportuno che il Governo rifletta sulla concessione ai dipendenti della cassa integrazione straordinaria e mi auguro, oltretutto, che con l’avvento del nuovo Esecutivo si proceda nel formulare una legge che impedisca le delocalizzazioni facili e che neutralizzi gli effetti negativi del Jobs Act, il quale non ha garantito un sistema di ammortizzatori sociali adeguato”.

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