“Il Decreto dignità, 87/2018, rappresenta il primo tempo di una partita lunga e complessa, che occorre, però, giocare fino in fondo”.
Sono considerazioni espresse dall’Ugl attraverso i Segretari Confederali, Vincenzo Abbrescia e Stefano Conti, e il Dirigente Confederale, Fiovo Bitti, nel corso dell’audizione odierna presso le Commissioni riunite della Camera Finanze e Lavoro, sottolineando come sia “utile e necessario partire proprio da questo provvedimento per sviluppare un confronto, aperto alle parti sociali, che dovrà avere la sua sede naturale a Palazzo Chigi e poi nel Parlamento”.
“Il nostro Paese continua a soffrire per una situazione di fragilità, dovuta all’alto numero di disoccupati, circa tre milioni di persone, contribuendo così all’aumento delle persone in povertà assoluta, arrivate quasi cinque milioni di unità e pari all’8,3% della popolazione residente. Senza tralasciare la ancora più ampia fascia di coloro che si trovano in povertà relativa, poco meno di 9,5 milioni di persone, a dimostrazione di quanti siano coloro che, pur avendo una occupazione, non percepiscono un reddito sufficiente ad assicurare un tenore di vita dignitoso alla propria famiglia e a se stessi. Ecco dimostrata la necessità da parte del Governo di ricorrere al decreto-legge, visto il suo carattere di urgenza”.
“Il decreto-legge 87/2018 prova a dare delle risposte, sicuramente perfettibili, ma almeno è una novità. Certo, non è sufficiente ridurre la durata complessiva dei contratti a tempo determinato e reintrodurre l’obbligo di indicare la casuale per favorire il ritorno ai contratti a tempo indeterminato. Occorrono anche la riduzione del costo del lavoro in maniera strutturale e certa nel tempo al rilancio dell’economia, attraverso la definizione di veri e propri piani industriali. L’eventuale ricaduta in termini di contenzioso potrebbe essere evitata rimandando la definizione delle causali ad un repertorio, maturato dopo un confronto fra le parti sociali e definito con un decreto ministeriale, che tenga conto delle diverse esigenze dei vari settori produttivi”.
“Corretto e giusto un intervento per contrastare il fenomeno delle delocalizzazioni, rispetto alle quali la nostra Organizzazione, sia a livello confederale che di Federazione di categoria, è attiva da tempo. Per quanto riguarda, infine, le misure di carattere fiscale, esse sembrano indirizzarsi verso un tentativo di miglioramento delle relazioni fra cittadino ed amministrazioni, anche se la partita vera e propria inevitabilmente si giocherà a partire dalla prossima legge di bilancio”.

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