“I disservizi del sistema elettrico affondano le radici in ritardi ed inefficienze ormai storiche che caratterizzano non solo la fornitura elettrica ma, anche, la rete di distribuzione di gas. Tali disagi, a gennaio, si sono moltiplicati in quelle zone devastate oltre che dal sisma anche da eventi atmosferici di particolare intensità: in quell’occasione, ricordiamo, circa 150mila famiglie, fra Abruzzo e Marche, rimasero per giorni senza elettricità”.
Così il segretario confederale dell’Ugl, Fiovo Bitti, accompagnato da Aldo Marchionne, dirigente nazionale dell’Ugl Chimici, nel corso dell’audizione alla Camera dei Deputati sulle interruzioni nella fornitura di energia elettrica anche con riferimento alle aree già colpite dal terremoto, il quale chiede che “anche in tutta la fascia appenninica si investa nelle opere sul bilanciamento e l’allungamento dei conduttori, come per i tralicci alpini”.
“Già nel 2015 – precisa il sindacalista – tra il 5 e 6 marzo, circa 117mila utenze in Abruzzo subirono interruzioni dell’erogazione dell’energia elettrica per oltre 24 ore, tanto che Enel stanziò 26 milioni di euro per i relativi risarcimenti, con importi massimi variabili fra 300 euro per le utenze domestiche e 6mila euro per le attività commerciali e produttive. Anche negli anni precedenti si sono registrati incidenti di particolare rilievo: due ciascuno nel 2013 e nel 2011, tre nel 2012”.
Per il sindacalista emerge che “la rete di trasmissione elettrica è distribuita equamente sul territorio nazionale per la bassa e per la media tensione, ma non per l’alta e altissima tensione; nel complesso Nord e Mezzogiorno si equivalgono in termini di chilometri assoluti. Ad essere penalizzate sono principalmente le Isole: la distribuzione delle rete elettrica è inferiore alla media nazionale e in rapporto alla superficie territoriale. La qualità delle rete elettrica è invece molto diversa: considerando tutti gli accadimenti, compresi i furti di materiale e gli eventi atmosferici eccezionali, nel Mezzogiorno si registrano interruzioni nell’erogazione in bassa tensione per oltre tre ore annue per cliente, nelle altre aree del Paese, le interruzioni sono pari a circa due ore annue per utente. Tenendo conto dei soli accadimenti imputabili alle imprese di distribuzione, il Sud, con 57,94 minuti, e le Isole, con 52,03 minuti, presentano dati di molto superiore rispetto alla media nazionale (42,30 minuti) e al Centro-Nord (35,48 minuti)”.
“La tendenza degli ultimi cinque anni rispetto alle interruzioni nella fornitura di energia elettrica imputabili alle imprese di distribuzione è di crescita – prosegue Bitti -, cosa che denota una difficoltà nell’assicurare la manutenzione ordinaria e straordinaria, a causa dei mancati o ridotti investimenti e della insufficiente dotazione di personale. Il peggioramento della situazione per le sole interruzioni imputabili alle imprese di distribuzione ha riguardato l’85,3% della popolazione residente”.
“Più in generale – conclude Bitti – riteniamo necessario un piano a sostegno del settore termoelettrico, volto a salvaguardare i livelli occupazionali e a rafforzare l’efficienza energetica”.

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