“A un primo sguardo, il saldo tra assunzioni e cessazioni dei rapporti di lavoro sembrerebbe un risultato eccellente, ma mai fermarsi alla prima impressione”.
Lo dichiara il segretario confederale dell’Ugl, Fiovo Bitti, commentando  i dati diffusi oggi dall’Inps nel rapporto sul precariato, aggiungendo che “a conti fatti, i posti fissi rappresentano appena il 3 per cento del totale: una larghissima parte dei contratti presi in esame è a tempo determinato, stagionale, o solo formalmente a tempo indeterminato, come nel caso dell’apprendistato”.
“Resta inoltre da chiarire – prosegue il sindacalista – il futuro dei tre milioni e 654mila lavoratori a cui è scaduto il contratto: dato il forte impatto della disoccupazione di lunga durata, molti rischiano di rimanere a lungo senza un lavoro, anche per la mancanza di adeguate politiche attive”.
“L’aumento dei licenziamenti disciplinari – conclude – conferma inoltre un allarme che abbiamo più volte ripetuto, ovvero che il Jobs Act avrebbe inciso negativamente sulla materia: una volta caduto il richiamo ai contratti collettivi, le aziende preferiscono addurre motivi disciplinari piuttosto che intraprendere la più onerosa e complessa procedura per i licenziamenti economici”.

 

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