“Stiamo attraversando un periodo davvero critico per quanto riguarda il lavoro nel nostro Paese. In Italia nel 2006 i disoccupati erano più di un milione, dati raddoppiati nel 2015 con oltre 3 milioni di italiani senza lavoro. Situazione invertita in Germania, dove nel 2006 i senza lavoro erano più di 3 milioni, mentre nel 2015 sono scesi a meno di 2 milioni. Questo conferma che in Europa ci sono due velocità e due misure: la prima riguarda i paesi del nord sicuramente più sviluppati e più forti economicamente mentre la parte meridionale, Grecia, Spagna e Italia soffrono molto di più di una mancanza di continuità e di politiche di sviluppo nazionali”.
Così Paolo Capone, segretario generale dell’Ugl, in merito alla crisi economica che sta attraversando l’Italia nel corso della sua intervista al TgCom24.
“Il nostro Governo purtroppo sta basando tutto sull’austerity e sul controllo della spesa pubblica, senza preoccuparsi di fare produzione. Da una parte non c’è lavoro e dall’altro si sta facendo un’allarmante svalutazione del costo del lavoratore, con taglio di stipendi, come è il caso Alitalia. Quindi – ha aggiunto – non riuscendo a ridurre il costo della moneta, riusciamo però a dimezzare il costo dei lavoratori e questo non ci consente di essere competitivi. In Italia, abbiamo un grande ammortizzatore sociale, un welfare dato dal sostegno delle famiglie, mi riferisco all’aiuto dei genitori ai propri figli, e poi per l’80% siamo proprietari di casa e questo ci permette di sopravvivere. È vero il Pil italiano sta leggermente aumentando su scala nazionale, questo vuol dire che nel Nord Italia qualcosa si sta muovendo mentre nel resto del Paese non si è prodotto eccezioni positive. Evidentemente in questa Europa c’è qualcosa che non va”, ha concluso Capone.

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