Ministero del Lavoro intervenga per gli 80 somministrati della Sogin
Ipotesi Parco tecnologico molto interessante per il territorio

“Il tema del nucleare nel nostro Paese tocca indubbiamente un nervo scoperto, però è inevitabile occuparsi della gestione dei rifiuti nucleari, considerando, da una parte, le scorie afferenti le centrali e gli impianti nucleari e, dall’altra, la produzione quotidiana in ambito sanitario ed industriale. Senza dimenticare la questione degli 80 somministrati Sogin”.
Questo in sintesi l’intervento del vice segretario generale dell’Ugl, Luigi Ulgiati, il quale, insieme al dirigente confederale Fiovo Bitti, è intervenuto nel corso dell’audizione presso la 10° Commissione permanente Industria, Commercio, Turismo del Senato sulla gestione e messa in sicurezza dei rifiuti nucleari sul territorio nazionale.
“L’indicazione della realizzazione di un Deposito nazionale – ha spiegato – arriva da Bruxelles. L’Italia potrebbe decidere diversamente, salvo incorrere in una procedura di infrazione. L’alternativa potrebbe essere quella di realizzare più siti di minore capacità, ma sul punto sarebbe comunque necessario un confronto con la Commissione europea e fermo restando l’obiettivo di garantire la sicurezza del sito sotto ogni profilo, in particolare ambientale e di contrasto al terrorismo. Soltanto assicurando un processo decisionale trasparente è possibile sperare di superare le logiche perplessità che derivano dalla realizzazione di un sito destinato ad accogliere scorie radioattive, in via definitiva a bassa e media attività e in via temporanea ad alta attività”.
“L’idea di affiancare al Deposito nazionale un Parco tecnologico può rivelarsi decisiva, perché capace di generare un ritorno significativo anche in termini di occupazione diretta ed indiretta. In definitiva, i nodi critici esistono, dalla localizzazione alla scelta delle tecnologie da impiegare, passando per la definizione dei costi di realizzazione e di gestione, così come sono presenti aspetti decisamente positivi, in quanto si tratta di una infrastruttura strategica. Il risultato finale dipende in larga parte dalla capacità di superare posizioni preconcette in un senso o nell’altro”.
“Accanto a ciò, – ha sottolineato – vi è da affrontare la questione della governance della Sogin, il cui Consiglio di Amministrazione è stato nominato dal Governo Renzi. Sogin ha un Piano Industriale predisposto nel lontano 2011, quindi non più rispondente alle esigenze. Come se non bastasse, nei giorni scorsi i vertici di Sogin hanno annunciato di voler interrompere 80 contratti di lavoro in somministrazione, adducendo la capziosa scusa che è un effetto del Decreto Dignità. L’auspicio è che voglia intervenire il Ministero del Lavoro. Altra questione aperta è quella dell’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione”.

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