“Ciò che è stato siglato alla Funzione Pubblica, non è un rinnovo contrattuale, ma un preaccordo con una parte delle sigle sindacali che parteciperanno poi al tavolo della vera contrattazione all’Aran”.
Lo dichiara il segretario confederale dell’Ugl, Augusto Ghinelli, spiegando che “i rinnovi contrattuali possono avere luogo e valenza unicamente dopo la stesura e l’approvazione, da parte di tutte le organizzazioni sindacali rappresentative, del Nuovo Testo Unico per la Pubblica amministrazione, il quale, da quanto riferito dal ministro Madia, sarà presentato solo entro febbraio 2017”.
“Gli 85 euro, oggetto dell’intesa – sottolinea -, non riescono neanche a recuperare metà dei circa 240 euro mensili persi nelle buste paga, nei trascorsi sette anni di mancato rinnovo. Non c’è nulla di cui andare fieri perché, calcoli alla mano, i dipendenti pubblici riceveranno in media 85 euro lordi di aumento, che, tolte le tasse e la vacanza contrattuale, si ridurranno a 50 euro in busta paga. Oltre a non essere chiaro che fine farà l’attuale bonus degli 80 euro a favore dei redditi più bassi e inoltre, l’aumento medio sarà unicamente corrisposto in base alla ‘presenza in ufficio e ai risultati’ ”.
“Quanto ottenuto dal ministro della Funzione Pubblica – conclude Ghinelli – è davvero ben poco dopo sette anni di attesa, sarà probabilmente utile al Governo a racimolare qualche consenso in più nel referendum del 4 dicembre, ma solo tra i lavoratori pubblici ‘meno informati’ ”.

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