“Come ci aspettavamo, quella di Madia è la ‘riforma delle penalizzazioni’ ”.
Così il segretario generale dell’Ugl, Francesco Paolo Capone, commenta il via libera definitivo del CdM alla riforma del pubblico impiego.
“La gogna mediatica scatenata dai casi di assenteismo ha funzionato: il governo – sottolinea – ha dato la precedenza al codice dei licenziamenti, al polo unico Inps per le visite fiscali e alle ‘pagelle’. Invece, per l’adeguamento delle retribuzioni e lo sblocco del turn over siamo ancora allo stadio delle promesse visto che i rinnovi contrattuali sarebbero dovuti partire subito dopo la riduzione dei comparti di contrattazione e così non è stato”.
“A tutto ciò – prosegue Capone – si aggiunge l’incertezza dell’entità delle risorse che il governo ha stanziato per la riapertura della stagione contrattuale: stando alle cifre diffuse, siamo di fronte all’ennesimo ‘contentino’ elargito ad una categoria considerata, dal datore di lavoro, inutile e troppo numerosa”.
“Tanti onesti lavoratori – conclude il leader dell’Ugl – attendono invano, da quasi otto anni, l’attuazione di quello che è un diritto sancito dalla Costituzione: un giusto adeguamento contrattuale degli attuali stipendi, che in molti casi, rasentano una condizione di povertà relativa”.

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