Regione e Aziende riaprano confronto e stabilizzino tutto il personale

“Le nostre perplessità manifestate più volte in sede sindacale e istituzionale sull’applicazione del decreto 422/2017 erano più che fondate. Il TAR con sentenza n. 04733 del 30/04/2018 ha accolto il ricorso del FOAI contro l’applicazione del DCA 422/2017 annullandone tutti gli effetti”.
Lo annuncia il Segretario regionale Ugl Sanità, Gianluca Giuliano, aggiungendo che “il Presidente della Regione Zingaretti, mentendo, aveva definito il 422 come un atto storico che avrebbe permesso la stabilizzazione dei precari della sanità privata accreditata riprendendo un accordo siglato tra parti datoriali e Cgil, Cisl, Uil che la nostra sigla non ha sottoscritto ritenendolo totalmente inadeguato.
“Dal 1° dicembre 2017 le strutture accreditate con il SSR Regione Lazio sono di fatto state legittimate ad avere il 25% del personale del comparto sanitario e socio- sanitario non con rapporto subordinato diretto ma con altre forme contrattuali consentite dall’ordinamento italiano. La Ugl Sanità aveva contestato duramente tale decreto che ha portato ad un netto peggioramento delle condizioni lavorative degli operatori dediti all’assistenza e dei servizi erogati”.
“Il 422 è andato a legittimare l’esternalizzazione dell’assistenza sanitaria, consentendo alle Associazioni Datoriali autorizzate dall’Ente Istituzionale per questa percentuale di lavoratori ad utilizzare altre  forme contrattuali diverse dai ccnl Sanità e Socio Sanitario con il progressivo inserimento delle Cooperative Sociali e partite Iva, servite alle Aziende per abbattere il costo del lavoro con operatori con garanzie economiche e normative nettamente inferiori e fare sempre meno assunzioni dirette con rapporto subordinato.  Ci ha pensato il Tar a rimettere un po’ di ordine e giustizia sociale, infatti è scritto nella sentenza ‘Peraltro al rilevante disallineamento della disciplina commissariale rispetto alle previsioni di legge  si aggiunge un elemento di contraddizione, messo in luce dalla ricorrente, alla stregua del quale il generalizzato obbligo di assunzione con rapporto di lavoro subordinato, emanato in pretesa applicazione per intere categorie professionali della disciplina legislativa nazionale, viene subito dopo limitato ex ante, in via altrettanto generalizzata, soltanto all’80% degli organici attuali degli operatori, lasciando che invece il restante 20% dei rapporti possa essere organizzato mediante l’utilizzo di altre forme contrattuali consentite dall’ordinamento, con una immotivata forma di irrigidimento che ancora una volta non tiene conto dei possibili concreti assetti organizzativi dei singoli operatori sanitari”.
“Come Ugl Sanità – conclude Giuliano – rimaniamo convinti che ci debba essere una totale stabilizzazione del personale del comparto con ccnl di settore. Invitiamo quindi l’ente istituzionale e le parti datoriali a riaprire il confronto”.

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