“È assolutamente improprio considerare i voucher un’arma per combattere il lavoro sommerso”.
Questa la risposta del segretario generale dell’Ugl, Francesco Paolo Capone, nel corso della trasmissione odierna ‘Dentro i fatti’ del TgCom24.
“Prima di tutto perché i voucher nascono come minima e certificata ricompensa, anche in termini contributivi, a fronte di piccoli lavori che in alcun modo possono essere alternativi ad un vero lavoro, come invece si sta tentando di fare in alcune aziende e addirittura nella Pubblica amministrazione. Proprio per questo, non solo chiediamo, quanto meno, l’inasprimento dei criteri per il loro utilizzo, ma abbiamo anche dato pubblicamente il nostro sostegno al referendum della Cgil”.
“I voucher – ha evidenziato Capone – non hanno garanzie accessorie come ad esempio la malattia e le ferie e rispetto ad un lavoro interamente in nero propongono una ricompensa davvero minima, che mai potrà contrastare il sommerso. La vera operazione da fare è sul costo del lavoro, perché quello italiano è il più alto d’Europa, impedendo al Paese di essere competitivo”.
“Un’operazione che però va fatta sul lato della tassazione, non su quello della retribuzione”.

Il segretario generale dell'Ugl ospite del TgCom24

Il segretario generale dell’Ugl ospite del TgCom24

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