“Se di speculazione si dovesse trattare, sarebbe un grande azzardo: gli italiani ancora oggi subiscono gli effetti collaterali delle speculazioni sullo spread del 2011 in termini di stipendi, pensioni, riforme disastrose, senza tralasciare l’impossibilità ad oggi di scegliere un governo con il loro voto”.
Lo dichiara il segretario generale dell’Ugl, Francesco Paolo Capone, in merito all’andamento del mercato dei titoli di Stato che stamattina ha visto le contrattazioni sullo spread tra Btp e Bund tedesco a 200 punti, sottolineando come “a questo punto non siano sufficienti le rassicurazioni del ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, che solo fino a quale settimana fa negava la necessità di una manovra correttiva”.
Per Capone “se lo ‘spauracchio’ delle spread fosse l’espediente individuato stavolta per allontanare le elezioni, ammesso e non concesso che si riuscisse a centrare l’obiettivo, nessuno può essere certo che una volta arrivati al voto gli italiani premierebbero i partiti più europeisti”.
“Lavoratori, pensionati, famiglie e disoccupati, – sottolinea Capone – sono davvero esausti sia per le condizioni in cui continuano a vivere dal 2011 ad oggi sia per le continue ‘manipolazioni’ di un sistema che ha saputo solo cancellare diritti e drenare risorse economiche del ceto medio nonché ridimensionare la sovranità di un popolo”.

Il segretario generale dell'Ugl

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