Il messaggio che il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, impegnato oggi con le comunicazioni in aula alla Camera in vista della riunione del Consiglio europeo del 27 e 28 giugno, ha voluto inviare per il V Congresso Confederale dell’UGL, letto all’Assemblea dal Segretario Generale Paolo Capone

Signor Segretario Generale, carissimi delegati,
desidero rivolgere a Lei e all’Unione Generale del Lavoro il mio saluto personale e quello dell’intero Governo. Lo faccio con grande piacere, perché nella vita di un’organizzazione sindacale, come in quella dei partiti politici, un congresso rappresenta un momento estremamente importante, perché testimonia la vitalità dell’organizzazione, la sua dialettica interna e la capacità di definire la piattaforma programmatica per affrontare le sfide che si hanno davanti. Un congresso non è mai una perdita di tempo, ma è il sale che dà sapore all’organizzazione che lo celebra e le dà nuova linfa. Il quinto Congresso federale dell’UGL ha scelto come tema il futuro del lavoro. È un tema è al centro dell’azione del Governo, fin dal nostro insediamento. Gli esponenti dell’Esecutivo che in questi giorni sono intervenuti al Congresso hanno saputo declinare, da diversi punti di vista, quest’impegno. E i traguardi che abbiamo raggiunto in questo primo anno e mezzo di governo. Mi rendono particolarmente orgogliosa i dati che riguardano l’occupazione, con un mercato del lavoro italiano che, anche in questi ultimi mesi, ha confermato la sua dinamica espansiva. Da quando siamo al Governo sono oltre 720 mila gli occupati in più, di cui 360mila sono donne. Il lavoro stabile cresce, il precariato si riduce e il tasso di disoccupazione è sceso sotto il 7%, il più basso dal 2008. Il merito è certamente delle imprese, dei lavoratori e di voi organizzazioni sindacali che li rappresentate. Ma anche il Governo ritengo abbia fatto la sua parte, con un approccio diverso alle tematiche del lavoro, garantendo serietà e lavorando per agevolare chi vuole fare impresa e assumere, senza che questo significhi minori tutele o precarietà per i lavoratori, come dimostrano i dati Istat, e dialogando con le parti sociali. Oltre ad alcuni provvedimenti specifici per favorire nuova occupazione, come ad esempio la superdeduzione del costo del lavoro incentrata sul principio del più assumi meno paghi, ci siamo concentrati su come utilizzare nel migliore dei modi possibili le risorse europee in tema di lavoro, cosa che, storicamente, non è avvenuta in passato, con la conseguenza che molto spesso l’Italia ha dovuto restituire all’Europa le risorse inutilizzate. Il Governo si è mosso subito in tal senso ed ha rivoluzionato questa debolezza italiana. Abbiamo incrementato di un miliardo le risorse del PNRR destinate ad adeguare le competenze dei lavoratori usciti dal mercato del lavoro; nella stessa ottica, nel capitolo REPowerEU abbiamo inserito una nuova misura per rafforzare le competenze green delle imprese. Abbiamo riformato le politiche di coesione, cosa che ci ha permesso di destinare 2,8 miliardi di euro alle nuove assunzioni di giovani, donne e lavoratori svantaggiati nel Sud, e di potenziare le politiche di sostegno all’autoimprenditorialità e all’autoimpiego. Intendiamo utilizzare questo stesso approccio con gli oltre 28 miliardi di euro del Fondo Sociale Europeo e con i 5,4 miliardi di euro del programma GOL del PNRR. La nostra grande sfida è avviare una grande riforma del mercato del lavoro, che favorisca l’incontro tra domanda e offerta attraverso il rafforzamento delle competenze dei lavoratori. Sono particolarmente contenta anche della decisione della Commissione europea di prorogare “Decontribuzione Sud” chiesta dal Governo italiano, misura importante anche per rafforzare i già positivi dati sulla crescita del PIL diffusi con il rapporto Svimez, che vedono il Mezzogiorno crescere di mezzo punto in più rispetto alla media nazionale. Perché, se è vero che i dati economici e occupazionali sono positivi, è anche vero che molte sono le sfide che attendono il mercato del lavoro, come illustrato nella relazione del Segretario Capone. A partire dall’avvento dell’intelligenza artificiale e dall’impatto che avrà sui nostri sistemi economici e produttivi, in particolare per quanto riguarda gli effetti sul mondo del lavoro. Eravamo abituati ad un progresso tecnologico che aveva come obiettivo quello di ottimizzare le capacità umane e che si concentrava essenzialmente sulla sostituzione del lavoro fisico, in un mondo nel quale l’uomo rimaneva al centro. L’intelligenza artificiale ha ribaltato questo paradigma. È un cambiamento di scenario che avrà un impatto determinante su ogni settore. L’intelligenza artificiale deve rimanere al servizio del benessere dei cittadini, nel rispetto dei diritti di tutti i lavoratori, della loro salute e della loro sicurezza. E anche laddove la gestione delle attività lavorative è affidata ad algoritmi, è importante tutelare e salvaguardare il ruolo del dialogo sociale e della contrattazione collettiva, che devono guidare e non subire le trasformazioni dei luoghi e dei rapporti di lavoro. L’intelligenza artificiale sarà una risorsa se saremo in grado di orientare il suo sviluppo per migliorare la qualità del lavoro, per renderlo più efficiente e produttivo e per costruire contesti produttivi sempre più a misura di persona. L’uomo deve essere al centro dei processi di trasformazione in atto e nessun lavoratore deve essere lasciato indietro. È necessario avviare, anche con l’aiuto determinate delle parti sociali, sia nel pubblico che nel privato, un vasto programma di reskilling e upskilling, per aggiornare e riqualificare i lavoratori, reinserirli efficacemente nel ciclo produttivo e per renderli utilizzatori consapevoli dei nuovi strumenti tecnologici. È un processo che si interseca con le altre transizioni in atto, a partire da quella energetica ed ecologica, con la necessità di coniugare la difesa dell’ambiente con la tutela del lavoro e della nostra autonomia strategica. Dobbiamo impegnarci non solo per sostenere l’ingresso dei lavoratori nei settori innovativi, ma anche per cogliere le opportunità che le nuove tecnologie offrono per reinventare le modalità di svolgere anche lavori tradizionali. Carissimi, stiamo vivendo un tempo di grandi trasformazioni. Solo se lavoreremo insieme, fianco a fianco, potremo affrontarle e garantire che queste sfide possano contribuire a costruire una società più giusta, più equa e attenta ai bisogni delle persone, delle famiglie, dei lavoratori e delle imprese. Sono certa che, in questo cammino, l’UGL non farà mai mancare il suo contributo. Grazie a tutti e buon lavoro!

Il Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni

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