“Le notizie negative difficilmente viaggiano da sole”.
Così il segretario confederale dell’Ugl, Fiovo Bitti, commenta i dati del ministero del Lavoro che segnalano un aumento dei licenziamenti e un riduzione dei contratti stabili nel terzo trimestre 2016.
“Le politiche del governo Renzi – sottolinea – non hanno purtroppo portato evidenti benefici sul versante dell’occupazione. Anzi, emerge un contesto sempre più preoccupante, non giustificabile né con il venir meno del bonus occupazionale né con l’introduzione delle dimissioni online. Il contratto a tempo indeterminato continua, infatti, ad essere marginale, in quanto rappresenta, con appena 406mila casi su un totale di 2,38 milioni, circa il 17% del totale delle attivazioni”.
“Come se non bastasse – prosegue -, il saldo fra attivazioni e cessazioni è positivo per appena 60mila unità, a conferma di quanto lento è il percorso di recupero di occupazione. Il dato più inquietante è, però, quello sui licenziamenti, resi più facili con l’introduzione del contratto a tutele crescenti: un incremento di quasi undici punti percentuali non è spiegabile semplicemente con l’adozione della procedura telematica per le dimissioni – conclude -, poiché già in passato era stato adottato un iter simile e quindi lavoratori ed aziende non hanno particolari problemi burocratici da affrontare”.

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