“Una corona di fiori serve a ricordare quei martiri che morirono nelle Foibe e tutte le persone, in massima parte italiani, strappate dai loro affetti, dopo la fine della seconda guerra mondiale, e dalle terre della frontiera orientale d’Italia passata sotto il controllo del regime del maresciallo Tito ”.
Questo il messaggio del segretario generale dell’Ugl, Francesco Paolo Capone, che oggi, Giorno del Ricordo, ha deposto una corona di fiori in piazza Dalmazia a Roma, nel quartiere in cui “una dozzina di famiglie dei 350mila esuli istriani, fiumani e dalmati decisero di rifugiarsi, nell’oblio e nel silenzio, dando vita al Villaggio Giuliano che poi divenne il Quartiere Giuliano-Dalmata”.
“Li vogliamo ricordare – spiega – perché quel silenzio non è più accettabile. Lo vogliamo fare senza acredine né voglia di rivincita, con la certezza, però, che dobbiamo tutti qualcosa a quegli italiani, che, con dignità e in silenzio, hanno insegnato a ognuno di noi che la giustizia non dovrebbe distinguere fra vinti e vincitori, ma dovrebbe essere una giustizia giusta”.
“Bisogna però avere il coraggio di dire – conclude Capone – che quella immane tragedia è stata una operazione volta a colpire gli italiani con una eliminazione etnica, per favorire l’annessione delle terre contese, e politica, per togliere di mezzo l’opposizione al nascente regime comunista di Tito”.

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