IL CESE E LA STRATEGIA SULLA RESILIENZA IDRICA

Il Comitato Economico e Sociale Europeo (CESE) è stato la prima Istituzione dell’Unione Europea a riconoscere la necessità di una trasformazione fondamentale nel modo in cui le risorse idriche vengono affrontate nelle politiche della Ue, raccomandando di applicare un approccio completo che tenga conto di una gestione integrata dell’intero ciclo dell’acqua, nonché di un aumento graduale e mirato della resilienza e delle risorse. Inoltre, il CESE ha adottato una Dichiarazione per un nuovo Blue Deal europeo, da valutare quale strategia distinta, in cui invita l’Unione Europea a considerare l’acqua come una priorità assoluta e ad adottare un Blue Deal in sinergia con il Green Deal europeo e con gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Nel Parere CCMI/223, adottato nel corso dell’ultima Sessione Plenaria di Settembre, il CESE ha accolto con favore la comunicazione della Commissione relativa alla strategia europea sulla resilienza idrica, esortando l’Esecutivo comunitario a garantire che la dimensione idrica sia integrata in tutte le politiche europee ed evidenziando come qualsiasi strategia in materia di risorse idriche debba affrontare non solo le sfide attuali, ma anche anticipare quelle future connesse ai cambiamenti climatici. Grande importanza viene riconosciuta all’aspetto geopolitico dell’acqua con l’invito rivolto all’Unione Europea ad assumere un ruolo di leadership nella governance globale delle risorse idriche. L’integrazione della diplomazia blu nella politica estera della Ue può infatti contribuire ad affrontare le sfide legate alle risorse idriche in regioni importanti quali il Mediterraneo, il Medio Oriente ed il Nord Africa. Per il Consigliere Ulgiati «l’acqua dovrebbe essere un bene comune, a disposizione di tutti, ma il fatto che sia un bene pubblico finito comporta, se non utilizzato nel migliore dei modi, povertà idrica con conseguenti crisi legate ad emigrazioni climatiche, piuttosto che alla coltivazione di prodotti agroalimentari». La progettazione e l’attuazione della strategia europea sulla resilienza idrica devono, pertanto, salvaguardare lo stato dei servizi idrici europei quale garanzia per assicurare, oltre ad elevati standard di qualità, la disponibilità e l’accessibilità fisica ed economica per tutte le parti interessate.

UE E SICUREZZA COMUNE

Il Consiglio europeo informale svoltosi a Copenaghen pochi giorni fa si è concluso con l’attribuzione di un ruolo tutto nuovo, accresciuto in riunioni e funzioni, per i Ministri della Difesa, a cui è affidato il compito di conferire una dimensione più europea ad un ambito nazionale. Il Vertice informale dei Capi di Stato e di Governo della Ue ha prodotto dunque la scelta politica di procedere ad un’integrazione europea della difesa, considerata finora impensabile, visti anche i falliti precedenti storici. «Occorre dare più autonomia e coinvolgere sempre di più i nostri ministri della Difesa a livello europeo» ha dichiarato il Presidente del Consiglio Europeo, Antonio Costa. In pratica, si intende estendere il mandato attuale dei Ministri della Difesa, che si riuniscono all’interno del Consiglio Affari Esteri, svincolandoli da questo formato per dare loro un peso politico maggiore, soprattutto nelle relazioni con i leader. Tale decisione è la logica conseguenza di una esigenza avvertita ormai come imprescindibile e non più rinnovabile, dopo le ripetute violazioni dello spazio aereo europeo e le crescenti tensioni, provenienti soprattutto da est. È necessario, tuttavia, quando si parla di sicurezza e minacce alla sicurezza del blocco Ue, ricordare che, oltre al fianco orientale «c’è anche un fianco sud» che va considerato e quindi difeso, per la Premier Giorgia Meloni, giunta nella Capitale danese con l’intento di aggiornare l’agenda in modo che non si guardi solo agli atti ostili della Russia, ma si trovino soluzioni di più ampio respiro che non siano limitate a zone specifiche dell’Unione Europea. Il filo conduttore dell’incontro, che ha visto convergere, seppur con lievi sfumature, tutti i leader europei, è stato quello di promuovere una nuova Europa, più integrata dal punto di vista militare e della difesa. Anche la Commissione Europea si è mossa sullo stesso tracciato con la presentazione del documento di orientamento per l’integrazione industriale ed operativa del settore della difesa entro il 2030, insistendo sull’interoperabilità di forze armate e capacità militari. Argomenti tutti che necessitano di decisioni concrete attese al Consiglio Europeo del 23 e 24 Ottobre prossimi.

EN

THE EESC AND THE WATER RESILIENCE STRATEGY 

The European Economic and Social Committee (EESC) was the first EU Institution to recognise the need for a fundamental transformation in the way water resources are addressed in EU policies, recommending a comprehensive approach that takes into account integrated management of the entire water cycle, as well as a gradual and targeted increase in resilience and resources. In addition, the EESC adopted a Declaration for a new European Blue Deal, to be assessed as a separate strategy, in which it calls on the European Union to consider water as a top priority and to adopt a Blue Deal in synergy with the European Green Deal and the United Nations Sustainable Development Goals. In the Opinion CCMI/223, adopted at the last Plenary Session in September, the EESC welcomed the Commission’s communication on the European strategy on water resilience, urging the EU Executive to ensure that the water dimension is integrated into all European policies and highlighting that any water strategy must not only address current challenges but also anticipate future challenges related to climate change. Great importance is attached to the geopolitical aspect of water, with the European Union being called upon to take a leading role in global water resource governance. The integration of blue diplomacy into EU foreign policy can indeed help to address water-related challenges in important regions such as the Mediterranean, the Middle East and North Africa. For Councillor Ulgiati «water should be a common good, available to all, but the fact that it is a finite public good means that, if not used in the best possible way, it leads to water poverty with consequent crises linked to climate migration rather than to the cultivation of agri-food products». The design and implementation of the European strategy on water resilience must therefore safeguard the state of European water services as a guarantee to ensure, in addition to high quality standards, availability and physical and economic accessibility for all stakeholders.

EU AND COMMON SECURITY 

The informal European Council held in Copenhagen a few days ago concluded with the assignment of a completely new role, with increased meetings and functions, to the Ministers of Defence, who are entrusted with the task of giving a more European dimension to a national sphere. The informal Summit of EU Heads of State and Government thus produced the political decision to proceed with European defence integration, which had been considered unthinkable until now, given the failed historical precedents. «We need to give more autonomy and increasingly involve our defence ministers at European level» said European Council President, Antonio Costa. In practice, the intention is to extend the current mandate of the Defence Ministers, who meet within the Foreign Affairs Council, freeing them from this format to give them greater political weight, especially in relations with leaders. This decision is the logical consequence of a need that is now felt to be unavoidable and no longer renewable, after repeated violations of European airspace and growing tensions, mainly from the east. However, when discussing security and threats to the security of the EU bloc, it is necessary to remember that, in addition to the eastern flank «there is also a southern flank» that must be considered and therefore defended, according to Prime Minister Giorgia Meloni, who arrived in the Danish capital with the intention of updating the agenda so that it does not focus solely on Russia’s hostile actions, but rather seeks broader solutions that are not limited to specific areas of the European Union. The common thread running through the meeting, which saw all European leaders converge, albeit with slight nuances, was the promotion of a new Europe, more integrated from a military and defence point of view. The European Commission has also moved in the same direction with the presentation of its policy paper on the industrial and operational integration of the defence sector by 2030, emphasising the interoperability of armed forces and military capabilities. These are all issues that require concrete decisions, which are expected at the European Council meeting on the 23rd and 24th of October.

UGL NEWS dall'EUROPA n. 144 del 3 Ottobre 2025
EN - UGL NEWS from EUROPE n. 144 -3rd of October 2025 -

 

 

 

Seguici e metti un like: