“I ‘limiti’ e le ‘distorsioni’ del cuneo fiscale in Italia evidenziate oggi dalla Corte dei Conti sconfessano totalmente la narrazione renziana purtroppo ancora in voga, come abbiamo visto già ieri con l’interpretazione sui dati del potere d’acquisto delle famiglie degli ultimi quindici anni”.
Lo dichiara il segretario generale dell’Ugl, Francesco Paolo Capone, commentando il rapporto 2017 della Corte dei Conti sul coordinamento della pressione fiscale.
“Con un cuneo fiscale – spiega Capone – superiore alla media Ue del 10% è impossibile anche solo sperare di diventare competitivi e quindi di realizzare quella crescita non più essenziale ma vitale per il Paese”.
Per Capone “ciò significa non solo che le politiche del governo Renzi anche in materia fiscale hanno fallito, in primis quella dei bonus che non è riuscita a ridurre significativamente il cuneo fiscale, vero ostacolo – altro che articolo 18 – alla dinamicità e all’attrattività del nostro mercato, ma che i lavoratori per quanti rinnovi contrattuali potranno ottenere, e ultimamente ne conquistano pochi, in ritardo e irrisori, non riusciranno mai ad avere un potere d’acquisto degno della loro fatica e delle loro aspirazioni nonché utile a smuovere la stasi in cui è impantanato il nostro sistema economico”.

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