“Abbiamo un’ennesima conferma di quanto sia sempre più invasivo all’interno e all’esterno dell’Inps il ruolo del presidente Tito Boeri, che ormai interviene su tutto, compreso il ruolo dei sindacati e sulla contrattazione, invece di indicare soluzioni di sua più stretta competenza. Boeri, solo al timone dell’Istituto previdenziale, bypassa tutti gli organi di controllo quali il Civ, prendendo decisioni in totale autonomia, spesso a danno dello stesso ente”.
Lo dichiara il vice segretario generale dell’Ugl, Claudio Durigon, commentando la relazione annuale illustrata oggi alla Camera dal presidente dell’Inps.
“Boeri – spiega il sindacalista – appare molto più interessato agli effetti dell’introduzione del salario minimo ovvero il decentramento della contrattazione, che secondo lui toglierebbe importanza e forza al ruolo delle organizzazioni sindacali, un ‘bene’ sicuramente per il sistema, non di certo per i lavoratori, che ai 5,8 milioni di pensionati sotto i mille euro al mese. Allo stesso modo, invece di indicare ricette risolutive per la sostenibilità del suo istituto e dell’intero sistema previdenziale, invoca l’apertura ulteriore delle nostre frontiere per evitare un buco nel 2024 di 38 miliardi di euro per le casse dell’Inps, senza considerare la sostenibilità sociale ed economica di una apertura indifferenziata. Indica giustamente quale grave lacuna, prima di tutto economica, è il basso tasso di occupazione femminile al 48,5%, ma allo stesso tempo elogia e difende il Jobs Act che ha introdotto tanta precarietà, la quale, insieme alla disoccupazione giovanile, è per noi la principale causa dell’instabilità del sistema previdenziale”.
“Alla luce di tali rilievi, per l’Ugl di non poco conto – conclude Durigon – e dei problemi che affliggono l’Istituto stesso e l’intero sistema previdenziale, continuiamo a ribadire la necessità di un’urgente e stabile modifica del sistema di governance dell’Istituto. Non è più concepibile che la sua gestione sia affidata alla direzione di un uomo solo al comando, assistito dal solo direttore generale, senza un reale bilanciamento nelle scelte da parte della rappresentanza economica e sociale, oltretutto oggetto di continui attacchi da parte dello stesso Presidente”.

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