“Va prima di tutto segnalato che il disegno di legge 1433, cosiddetto concretezza, è da leggersi in stretta correlazione con quanto contenuto nella legge di bilancio 30 dicembre 2018 n°145, dove si trovano risorse per il rinnovo dei contratti collettivi nazionali di lavoro del pubblico impiego, cosa peraltro non scontata, alla luce di quanti accaduto nell’ultimo decennio”.
Questo in sintesi l’intervento odierno della delegazione Ugl, rappresentata dal dirigente confederale Fiovo Bitti, che ha parlato, e dai segretari nazionali rispettivamente della Funzione pubblica e delle Autonomie, Alessandro Di Stefano e Michela Toussan, nel corso dell’audizione presso l’Aula della Commissione Lavoro, con i rappresentanti delle organizzazioni sindacali.
“Nell’ambito di questo percorso di rafforzamento della Pubblica amministrazione, – ha sottolineato Bitti – con  stanziamenti di risorse per il prossimo triennio triennio, con assunzioni aggiuntive  nei centri per l’impiego e nelle scuole, sarebbe utile ed apprezzabile il coinvolgimento delle rappresentanze sindacali unitarie posto che ad essere penalizzata dal comportamento di pochi scorretti è la stragrande maggioranza dei dipendenti pubblici”.
“Le rappresentanze sindacali unitarie potrebbero essere coinvolte nella fase delle visite ispettive, similmente a quanto già accade in occasione di visite ispettive di altra natura, ad esempio quelle connesse alla salute e alla sicurezza nei luoghi di lavoro, mentre l’introduzione di sistemi di verifica biometrica dell’identità e di videosorveglianza è da valutare con estrema attenzione, poiché si rischia di entrare in contrasto con la normativa sulla privacy, cosa del resto evidenziata anche dallo stesso Garante”.
“Il dibattito è sicuramente aperto, così come è aperto il dibattito su tutta la normativa della videosorveglianza e dei controlli a distanza, alla luce delle modifiche apportate all’articolo 4 della legge 300 del 1970 dal Jobs act; nello specifico dall’articolo 23 del decreto legislativo 151 del 2015. Considerando poi che tale operazione avrebbe anche un costo molto importante – che il disegno di legge quantifica in 35 milioni di euro per il solo 2019, senza valutare i costi di manutenzione -, è auspicabile una riflessione ulteriore sulla reale necessità di introdurre un meccanismo di rilevamento che potrebbe apparire al dipendente pubblico, soprattutto a quello onesto, fuori luogo punitivo”.
“Meglio una valorizzazione delle interazioni con le rappresentanze sindacali unitarie per limitare e circoscrivere un fenomeno, quello dell’assenteismo, rispetto al quale si è già fatto molto negli ultimi anni”.
“L’articolo 3 chiarisce il contenuto della norma sull’adeguamento dei fondi destinati al trattamento economico accessorio del personale dipendente della Pubblica amministrazione, mentre molto apprezzato è l’articolo 4 che assicura il ricambio generazione nella misura del cento per cento dei cessati; un provvedimento che cade nel momento in cui la revisione della normativa sull’accesso anticipato alla pensione, con l’introduzione della cosiddetta Quota 100, potrebbe interessare una platea stimata in 328mila unità nel triennio, di cui 100mila nel 2019.
“L’indicazione delle professionalità è utile in quanto indirizza le assunzioni, in via prioritaria, verso determinate qualifiche, tutte oggettivamente necessarie al rilancio della Pubblica amministrazione. Anche in questo caso, sarebbe comunque auspicabile un coinvolgimento della rappresentanza sindacale unitaria per la verifica delle effettive necessità”.
“L’articolo 5 sui buon pasto si rende necessario alla luce di quanto accaduto nel recente passato, con conseguenze negative per i dipendenti pubblici, ma anche per gli esercenti, mentre l’articolo 6 richiama gli articoli della Costituzione”.

Roma, 13 febbraio 2019

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