“Nessuna sorpresa, solo un’amara conferma rispetto all’allarme più volte lanciato in questi anni dall’Ugl sulle politiche del lavoro del governo Renzi”. Lo dichiara il segretario generale dell’Ugl Francesco Paolo Capone, in merito ai dati Inps odierni che registrano il picco negativo -32,3% in 11 mesi del 2016 dei contratti a tempo indeterminato e delle trasformazioni a tempo indeterminato pari a -34,8%. “Senza politica industriale e con gli effetti speciali – sottolinea – non si crea nuova e stabile occupazione né può esservi un contratto di lavoro vincente, fisso o precario che sia”
“Lo dice l’Inps, non noi dell’Ugl, che a pesare sulla performance negativa è il taglio degli sgravi contributivi. I contratti a tutele crescenti, impropriamente e strumentalmente denominati a tempo indeterminato, erano l’effetto speciale, creato per gonfiare le statistiche sull’occupazione, che si è dissolto appena l’abbattimento dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro è stato ridimensionato”.
“Ad oggi non solo non abbiamo una politica industriale – conclude Capone – ma non abbiamo più gli incentivi né una classe imprenditoriale capace di creare occupazione senza usare il doping della decontribuzione. Prima ne prende atto il governo Gentiloni e prima, forse, l’Italia riuscirà a trovare una nuova, vera soluzione”.

Francesco Paolo Capone, segretario generale dell'Ugl

Francesco Paolo Capone, segretario generale dell’Ugl

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