“Alla luce dell’ultimo Dpcm dove si elencano le attività considerate servizi essenziali troviamo confermati anche i call center, pur in presenza di attività commerciali che nulla hanno a che fare con servizi di pubblica utilità e per di più svolte in azienda ignorando le raccomandazioni di svolgerle in lavoro agile”.

Lo dichiara il segretario nazionale UGL Telecomunicazioni, Stefano Conti.

“Abbiamo detto da tempo che sarebbe opportuno diversificare i decreti in base al settore merceologico e quindi pensare ad un provvedimento ad hoc per i call center”.

“Diversi committenti – spiega Conti – sono società direttamente partecipate dallo Stato e per questo rivolgiamo un ulteriore appello al Governo affinché ottemperi a sua volta al principio della responsabilità sociale d’impresa”.

“Non è accettabile che considerino indispensabili i servizi e quindi gli operatori dei call center e dall’altra, attraverso società riconducibili allo Stato, ci siano ancora problemi per autorizzare il lavoro agile, continuando oltretutto a chiedere il raggiungimento di obiettivi sulle vendite commerciali effettuate dalle postazioni nelle sedi aziendali”.

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