«Il completo disinteresse delle istituzioni  europee, che si stanno dimostrando incapaci di gestire questa  crisi, verso le sofferenze che stanno attraversando i cittadini più colpiti dall’emergenza Coronavirus, è il segno della  profonda distanza che esiste fra l’Europa della finanza e l’Europa  dei popoli. E’ impensabile chiedere ad un grande Paese come  l’Italia la ratifica di un pessimo trattato come il MES, che  vincola la concessione dei crediti a rigide condizioni di  ristrutturazione del debito. Il Governo difenda gli interessi  nazionali e la sovranità del popolo italiano, come impone la  Costituzione e se necessario pretenda la restituzione dei 15 miliardi di euro versati nel Fondo Salva Stati». Così Paolo Capone, segretario generale dell’Ugl, in merito al dibattito in  corso fra i leader europei sugli strumenti da adottare per  scongiurare la recessione. «L’assenza di solidarietà di questa  disunione europea rischia di condurci al tracollo economico. In  questo momento l’Europa sta soffiando sul fuoco del conflitto  sociale. L’Esecutivo esiga la riscrittura dei Trattati e il  sostegno ad un grande piano di investimenti per rilanciare  l’economia e incentivare lo sviluppo», conclude Capone.

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