“Dopo dieci anni, per concludere un concorso interno, il Dap fa sapere ai vincitori, fate le dovute riflessioni perché con molta probabilità sarete tutti trasferiti”. Lo dichiara Alessandro De Pasquale, Segretario Nazionale della Ugl Polizia Penitenziaria, all’indomani della circolare a firma del Dott. Pietro Buffa, Capo del Personale nominato dal vecchio governo di sinistra.
“Nel lontano 2008 – afferma De Pasquale – il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria bandisce un concorso interno per ispettore di Polizia Penitenziaria che si conclude ingiustificatamente dopo 10 anni con un corso di formazione della durata di sei mesi non ancora avviato. Nel marzo 2010, dopo due anni dalla pubblicazione del bando, decidono di avviare la prova preliminare preselettiva, tutto però si blocca, senza un giustificato motivo, nei sei anni successivi, cioè nel periodo in cui a capo del personale vi era Riccardo Turrini Vita, oggi promosso Vice Capo del Dap reggente. Sono trascorsi oltre 10 anni – afferma il sindacalista – per concludere una procedura concorsuale “interna”, quindi teoricamente semplificata, considerato che non era prevista alcuna prova psicoattitudinale ed un accertamento di idoneità fisica. L’irragionevole ed ingiustificata durata di questo concorso – continua De Pasquale – ha concretizzato non solo una perdita di chance in termini economici e di carriera (oggi verosimilmente gli aspiranti sarebbero stati tutti ispettori capo con ottime prospettive di carriera) ma, a seguito della riduzione della dotazione organica della polizia penitenziaria attuata dal precedente Governo di sinistra, gli aspiranti ispettori rischiano di essere trasferiti lontani dalle loro famiglie perché, appunto, la dotazione organica è diversa da quella del periodo 2008/2010 e perché nel frattempo il numero dei posti del concorso sono stati elevati da 643 a 1232. Al danno quindi la beffa! Secondo l’Ugl, il rischio concreto potrebbe essere quello di una rinuncia, dopo il corso di formazione, al grado di ispettore da parte di quasi tutti i concorrenti, considerato che il 36% degli stessi sono sovrintendenti capo con uno stipendio uguale a quello dell’ispettore, mentre il 64% di loro ha la qualifica di assistente capo coordinatore con uno stipendio non molto lontano da quello dell’ispettore. Nessuno di loro, con un’età anagrafica che va dai 41 ai 59 anni e prossimi alla pensione, sarebbe disposto ad allontanarsi dalle famiglie e vivere gli ultimi anni della carriera sui treni, oltretutto in presenza anche di uno svantaggio economico e di una non meglio identificata crescita professionale. In pratica – dichiara De Pasquale – se non interviene subito il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, questo concorso rischia di essere la più grave spesa inutile della Pubblica Amministrazione per scelte ingiustificate e dannose . Non si esclude che possa esserci anche una class action nei confronti dell’amministrazione penitenziaria per il danno subito, conseguente anche alla perdita di chance”.
“L’attuale Sottosegretario alla Giustizia Vittorio Ferraresi – ricorda De Pasquale – nella recente legislatura aveva interrogato l’ex Ministro della Giustizia, Andrea Orlando, sul ritardo ingiustificato di questo concorso e sull’opportunità di adottare iniziative, anche di tipo normativo, per restituire agli aspiranti ispettori, dopo anni di sacrifici, la serenità professionale che meritano”.
“L’Ugl – conclude De Pasquale – anche alla luce dei contenuti dell’interrogazione parlamentare dell’onorevole Ferraresi, ha proposto all’attuale Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, una modifica al decreto sul riordino delle carriere, così da consentire non solo la retrodatazione giuridica della qualifica di ispettore, ma la possibilità di non separare oltre 900 famiglie, peggiorando le condizioni economiche, le legittime aspirazioni, ed il diritto all’unità familiare che non può essere calpestato a causa di una mala gestione della cosa pubblica operata in tutti questi anni”.

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