“Un Paese nel pantano che non riesce a dare risposte sul versante del lavoro”.
Così il segretario confederale dell’Ugl, Fiovo Bitti, commenta i dati diffusi oggi dall’Istat.
“Gli oltre 3 milioni e centomila disoccupati si spiegano solo parzialmente con l’uscita dall’inattività – evidenzia il sindacalista -, in quanto si tratta in larga parte di persone che non lavorano da lungo tempo, complice l’assenza di politiche di riqualificazione professionale, il caos generato nei centri per l’impiego, peraltro già fortemente sottodimensionati, e il ricambio generazionale bloccato per effetto della riforma delle pensioni”.
Per Bitti “se i ritardi e gli errori strategici del governo sono evidenti e noti, anche le imprese, però, hanno fatto la loro parte – conclude -, non comprendendo come fosse necessario investire in innovazione e formazione continua, così da rendere più competitivi i prodotti e per valorizzare il fattore umano”.

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