“Il Documento di economia e finanza 2018 sconta l’evidente limite di essere stato predisposto da un esecutivo il cui mandato è scaduto. L’assenza di un Governo si riflette, in tutta sostanza, anche sul principale strumento della programmazione economico-finanziaria in Italia”.
E’ quanto è scritto nel documento presentato dall’Ugl nel corso dell’Audizione  sul Def 2018 che si è tenuta oggi davanti alle Commissioni speciali riunite di Senato e Camera dei Deputati.
“Le elezioni dello scorso 4 marzo – si legge – hanno consegnato al Paese una diversa maggioranza politica, con una visione della realtà economica e sociale differente rispetto a quella che ha guidato l’Italia nel quinquennio appena trascorso, cosa che inevitabilmente è destinata a riflettersi soprattutto sulla parte relativa al Programma nazionale di riforma, laddove si traccia il profilo che si intende seguire nei prossimi anni”.
“È proprio l’asfittica crescita del nostro prodotto interno lordo – si continua nel documento – ad ingenerare la percezione dell’insostenibilità del debito pubblico nazionale: continuiamo a navigare sull’onda dei decimali, con il risultato che, piuttosto che ridursi, tende a dilatarsi un doppio gap: quello interno al Paese e quello europeo”.
“Pesa infine – si aggiunge – il ritardo infrastrutturale, sia materiale che immateriale: tenendo conto delle osservazioni sopra espresse, questa Organizzazione sindacale sostiene la necessità che si intervenga su alcuni aspetti giudicati decisivi, ad iniziare dal lavoro, la prima medicina per uscire dalla povertà. In secondo luogo, è fondamentale rivedere la normativa che regola l’accesso al pensionamento, nel senso di recuperare la flessibilità in uscita che è venuta meno con la riforma del 2011”.
Per l’Ugl, inoltre, “non è più rimandabile una riforma fiscale. Queste misure hanno sicuramente un costo, parte del quale è copribile attraverso una ragionata ed attenta revisione della spesa pubblica, sul volume della quale potrebbe incidere positivamente la ripresa di una partita che nella passata legislatura è stata accantonata, quella del federalismo responsabile e solidale. Su tutto è destinata ad incidere la rivisitazione, più sostanziale che formale, dei Trattati comunitari e delle regole che disciplinano la definizione del bilancio dell’Unione europea”.
“Da ultimo, ma non per questo meno importante – si conclude – si segnala la necessità di dare attuazione all’articolo 46 della Costituzione, condizione per avviare quelle relazioni industriali partecipate che rappresentano uno degli elementi che, ad esempio, hanno permesso alla Germania di consolidare il proprio primato continentale”.

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