“Il passaggio di consegne tra Arcuri ed il generale Figliuolo ha imposto una profonda revisione del piano vaccinale, anche se non risolta definitivamente, si guarda  all’emergenza sanitaria con rinnovata fiducia, e gli investimenti  sui vaccini, sulle cure, stanno dando i frutti sperati”. Lo ha detto Francesco Paolo Capone, segretario generale dell’Ugl, nel corso dell’audizione in commissione Bilancio della Camera, sul  decreto “Sostegni bis”. “Il decreto  prova a dare una risposta  coerente ad un’emergenza che è sociale ed occupazionale, superata  quella sanitaria – ha aggiunto -. E’ indubbio che questo  provvedimento rappresenti un salto di qualità, sia per le risorse  stanziate sia  per la revisione della modalità di calcolo per i  ristori. Si segnala la richiesta di alcuni chiarimenti su alcune categorie in merito di modalità di accesso ai contributi. Riteniamo apprezzabile il sostegno per settori particolarmente colpiti, dal turismo al tessile, fino ad arrivare al mondo dello  sport”. Per l’Ugl il tema relativo agli “interventi sulla sicurezza e la vigilanza sui luoghi di lavoro deve essere  accompagnata da un tavolo di confronto tra governo e parti  sociali”.

SENZA POLITICHE ATTIVE RISCHIO DISOCCUPAZIONE PER GENERAZIONI
È di tutta evidenza che, senza il potenziamento delle politiche attive, il rischio principale è quello di far scivolare una intera generazione di lavoratori e di lavoratrici nella disoccupazione di lunga durata con costi per la collettività nell’ordine di almeno 500-600 milioni di euro al mese in più rispetto all’ordinario per non meno di due anni, con, peraltro, un impatto sul singolo e sulla società devastante. Si è davanti ad una partita estremamente delicata, in quanto già oggi si registra un progressivo distacco fra gli insider, i lavoratori più protetti, e gli outsider, quelli che pure prima della pandemia erano maggiormente esposti alle fluttuazioni dell’economia”. Parlando degli altri interventi previste dal dl, Capone ha sottolineato che gli interventi sui centri per l’impiego e sull’Anpal “rappresentano un tassello importante, ma non risolutivo”. E ancora, “fra le misure che potrebbero trovare spazio già in questo provvedimento urgente va annoverata la riforma del decreto legislativo 509/1994, la norma che regolamenta le casse di previdenza private e privatizzate che gestiscono la previdenza di un milione e seicentomila professionisti. La pandemia – ha sottolineato ancora – ha minato in maniera grave la sostenibilità economica delle casse a medio termine, già in molti casi compromessa, e c’è il rischio di un collasso che travolgerebbe gli iscritti (avvocati, notai, architetti, agenti di commercio, ragionieri, geometri e altre categorie) ed il personale del comparto. La gravissima situazione di Ingpi-cassa giornalisti e di Cassa geometri rischia di essere solo l’inizio di un effetto domino”.

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