L’UGL valuta positivamente l’approvazione dell’emendamento governativo che introduce la proroga delle concessioni di distribuzione elettrica, ritenendolo un passo indispensabile per garantire stabilità e sostenibilità al sistema energetico nazionale. Questa misura non solo salvaguarda la qualità e la continuità del servizio pubblico, ma consolida un quadro normativo che favorisce investimenti strategici, indispensabili per affrontare le sfide della transizione energetica.
«La proroga delle concessioni di distribuzione elettrica rappresenta un intervento cruciale per preservare l’efficienza e la sicurezza di un’infrastruttura strategica, fondamentale per i servizi essenziali e per la competitività del Paese. Solo attraverso piani di investimento certi e continui possiamo garantire la sostenibilità economica e occupazionale del settore, evitando frammentazioni che avrebbero comportato costi sociali e industriali insostenibili», afferma Luigi Ulgiati, Vice Segretario Generale Vicario dell’UGL. Eliseo Fiorin, Segretario Nazionale UGL Chimici, ha aggiunto: «Il nostro impegno come sindacato è assicurare che questa misura generi benefici concreti per le lavoratrici e i lavoratori del settore elettrico e dell’indotto. La transizione energetica deve essere accompagnata da una strategia che coniughi innovazione, stabilità occupazionale e rispetto delle condizioni contrattuali, garantendo che il ruolo centrale delle reti di distribuzione venga mantenuto come presidio economico e sociale per il Paese».
L’approvazione della norma consente al sistema elettrico italiano di preservare la propria unitarietà, garantendo al contempo la sicurezza energetica in una fase storica delicata, in cui la transizione energetica richiede una visione integrata e lungimirante. La proroga delle concessioni rappresenta una risposta concreta per evitare la frammentazione del sistema, che avrebbe potuto mettere a rischio non solo l’efficienza infrastrutturale ma anche i livelli occupazionali diretti e indiretti. L’UGL sottolinea come questa misura sia coerente con gli obiettivi di sostenibilità e innovazione fissati a livello europeo, rafforzando il ruolo del settore elettrico italiano come pilastro strategico per il Paese. Un sistema frammentato avrebbe esposto le reti a rischi di inefficienza, al mancato presidio industriale da parte degli operatori nazionali e a pressioni speculative, con conseguenze dirette sull’occupazione e sulla qualità del servizio. L’UGL ribadisce l’importanza di una gestione responsabile della transizione energetica, che tenga conto non solo degli obiettivi ambientali, ma anche delle ricadute sociali ed economiche. In questo contesto, il sindacato continuerà a monitorare l’implementazione della norma, sollecitando il Governo e le imprese concessionarie affinché gli investimenti previsti siano realmente indirizzati al potenziamento delle infrastrutture, alla digitalizzazione delle reti e alla creazione di nuove opportunità occupazionali per lavoratrici e lavoratori.
Tra le priorità che l’UGL intende perseguire figurano: «La difesa dei livelli occupazionali diretti e dell’indotto, garantendo che le lavoratrici e i lavoratori coinvolti nella distribuzione elettrica siano tutelati da un punto di vista contrattuale ed economico. L’efficienza e la resilienza delle infrastrutture come strumenti fondamentali per la competitività industriale del Paese e per il servizio ai cittadini. Un approccio sistemico alla transizione energetica, che eviti frammentazioni normative e di mercato, rafforzando invece il ruolo strategico delle reti nella pianificazione energetica nazionale». Ulgiati e Fiorin hanno concluso con un richiamo alla responsabilità collettiva: «Questa misura deve rappresentare il punto di partenza per un nuovo modello di sviluppo del settore elettrico, basato sulla cooperazione tra sindacato, imprese e istituzioni. È solo attraverso un’azione condivisa e coordinata che sarà possibile trasformare le sfide della transizione energetica in opportunità per il Paese. L’UGL è pronta a fare la sua parte per assicurare che ogni passo verso il cambiamento sia orientato al bene comune, valorizzando il lavoro e l’eccellenza industriale italiana».
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