“I dati emersi dal rapporto Svimez 2019 delineano scenari inquietanti per la sanità italiana. Il rischio di avere prestazioni a diverse velocità e servizi ai cittadini di serie ‘A’ e serie ‘B’ su base geografica è oggi più alto che mai”.
Lo dichiara il segretario nazionale UGL Sanità, Gianluca Giuliano, commentando i risultati del rapporto Svimez 2019.
“Di certo non veniamo colti di sorpresa – sottolinea il sindacalista – , come OS siamo da sempre in prima linea per combattere le disuguaglianze geografiche nel nostro servizio nazionale”.
“Il rapporto descrive un’Italia spaccata in due, con una spesa sanitaria ridotta del 25% al Sud. Nel Mezzogiorno circa il 10% del totale dei residenti ricoverati per patologie si sposta verso altre regioni, a fronte di valori compresi tra il 5% e il 6% in quelle del Centro-Nord. I posti letto in degenza ordinaria per 1.000 abitanti sono, in media, 3,18: 3,37 nel Centro-Nord e 2,82 nel Mezzogiorno”.
“La soluzione per porre un freno a questa situazione è, a nostro avviso, solamente una: tornare ad investire al Sud. In controtendenza con quanto fatto fino ad oggi, invece che sposare politiche di tagli e di attenzione ai bilanci come unico obiettivo, è necessario tornare ad investire sul personale sanitario, formarlo e fare in modo che non lasci le strutture del sud appena possibile verso il nord. Trattenere, attraverso investimenti mirati, le tante eccellenze che ogni anno escono dalle università del sud e metterle in condizione di lavorare in strutture attrezzate e moderne”.
“Solo in questo modo – conclude Giuliano – si innescherà un circolo virtuoso che porterà le persone a curarsi nelle regioni di appartenenza, riducendo i viaggi della speranza fuori regione e restituendo al nostro paese una sanità di serie a su tutta la penisola”.

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