«I dati Istat delineano un quadro allarmante: a marzo 2020 l’indice destagionalizzato della produzione industriale è diminuito del 28,4% rispetto a febbraio e del 29,3% su base  annua. Un vero e proprio tracollo economico dalla portata  devastante. Nel prossimo “decreto maggio” ci aspettiamo misure  ambiziose e provvedimenti a sostegno di imprese e lavoratori duramente colpiti dal lockdown. Tuttavia, sarebbe miope pensare di favorire la ripresa limitandosi al mero assistenzialismo fondato  sulla politica dei sussidi e degli “aiuti a pioggia”. In tal  senso, occorre avere più coraggio avviando un poderoso piano di  investimenti a lungo termine, in grado di dare uno shock all’economia e creare occupazione. In questo momento più che mai  occorre ridurre il carico fiscale per dare ossigeno e una maggiore liquidità alle imprese in difficoltà. Il mondo del lavoro sta  affrontando un periodo di grandi trasformazioni, basti pensare  alle prospettive offerte da nuove modalità come lo smart working  che anche con la riapertura di tutte le attività sarà comunque fondamentale per prevenire l’ulteriore contagio da Covid-19. È  necessario, dunque, introdurre norme che garantiscano un  rafforzamento delle tutele per i lavoratori, incentivando al tempo  stesso la loro partecipazione alla gestione delle aziende, come  previsto dall’art. 46 della Costituzione». Lo afferma Paolo Capone, segretario generale dell’UGL, in merito ai dati Istat odierni sul crollo della produzione industriale e al decreto “maggio”, oggetto di discussione in Consiglio dei Ministri.

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