“La complessità delle dimensioni e delle funzioni oggi attribuite all’Inps, soprattutto dopo le incorporazioni con gli altri Enti previdenziali, richiedono un’urgente e stabile modifica del sistema di governance dell’Istituto, in quanto non è più concepibile che la gestione sia affidata alla direzione di un uomo solo come presidente, assistito dal solo direttore generale, senza una reale capacità di incidere da parte della rappresentanza economica e sociale”.

Queste le parole di Claudio Durigon, vice segretario generale dell’Ugl, e Nazzareno Mollicone, dirigente confederale dell’Ugl, al termine dell’audizione alla Camera dei Deputati sulle proposte di legge 556 (Damiano), 2210 (Baldassarre), e 2919 (Placido) che  intervengono in materia di governance degli enti pubblici previdenziali.

“Nel complesso, l’articolazione della struttura della governance degli Enti pubblici di previdenza ed assistenza è condivisibile, così come è apprezzabile l’indicazione che ogni Istituto debba dotarsi di un organismo indipendente di valutazione. La questione vera, però, si gioca in ordine alla reale capacità di incidere del consiglio di strategia e vigilanza”.

“Il nuovo organismo che andrà a sostituire il consiglio di indirizzo e vigilanza – precisano i sindacalisti – dovrebbe avere un potere più incisivo, tale da assicurare la piena esigibilità delle proprie deliberazioni in merito all’operato del consiglio di amministrazione. Viceversa, le proposte di legge si limitano a reiterare lo strumento già presente della trasmissione del dissenso al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Sempre per quanto riguarda il consiglio di strategia e vigilanza – aggiungono –   è ipotizzabile una razionalizzazione ma non è certo condivisibile il dimezzamento dei componenti; i lavoratori e i datori di lavoro, i quali versano i contributi che alimentano l’intero sistema, sono i primi azionisti dell’Istituto. Da scongiurare il rischio di ridurre gli spazi di confronto democratico”.

“Sarebbe, quindi, utile una riformulazione del testo delle proposte di legge con la previsione che, in caso di dissenso o di contrarietà ad atti del consiglio di amministrazione, in particolare alla bocciatura del bilancio o all’emanazione di regolamenti, il tutto sia formalizzato con osservazioni, alle quali il consiglio di amministrazione sia tenuto a rispondere in tempi ridotti. Il consiglio di amministrazione sarebbe pertanto chiamato ad adeguarsi alle osservazioni o, piuttosto, a confermare il proprio atto; a questo punto, il Ministero sarebbe chiamato a fungere da arbitro, assumendosi la responsabilità politica delle scelte”.

Seguici e metti un like: