“Impressionano i dati riportati dall’Organizzazione mondiale del lavoro (Ilo) nell’analisi dei mercati del lavoro e delle tendenze sociali nel mondo. Nel 2023 la disoccupazione globale dovrebbe aumentare di circa 3 milioni colpendo 208 milioni di persone. Il rallentamento dell’economia a livello internazionale rischia di costringere più lavoratori ad accettare lavori di qualità inferiore, mal pagati, carenti sul piano della sicurezza e privi protezione sociale, acuendo così le disuguaglianze provocate dalla crisi pandemica. Nel 2022 i giovani cosiddetti NEET che non lavorano, non studiano o non fanno formazione, sono il 23,5% mentre il tasso di partecipazione delle donne alla forza lavoro si è attestato al 47,4% rispetto al 72,3% degli uomini. Dati preoccupanti che impongono misure espansive per rilanciare la crescita. Urgono investimenti in politiche industriali e programmi di formazione e riqualificazione professionale per rilanciare l’occupazione e tutelare la coesione sociale”. Così Paolo Capone, segretario generale dell’Ugl.

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