«L’ipotesi di prevedere per legge un salario minimo orario come anche l’obbligo della settimana lavorativa corta, rischia di introdurre discrepanze nella contrattazione collettiva e, dunque, rappresenta un compromesso al ribasso, come rilevato dal Sottosegretario al Ministero del Lavoro Claudio Durigon. In questo modo si arriverebbe a depotenziare la contrattazione collettiva che nel nostro Paese disciplina oltre il 90% dei lavoratori, regolando aspetti come l’organizzazione e l’orario di lavoro, la progressione di carriera, la previdenza e il welfare». Lo ha dichiarato Paolo Capone, Segretario Generale dell’UGL, in seguito all’intervento del Sottosegretario Claudio Durigon alla Camera in merito alla discussione generale sulla proposta di legge delle opposizioni sulla riduzione dell’orario di lavoro a parità di retribuzione.
«È fondamentale, pertanto, rafforzare uno strumento centrale come il CCNL e puntare sulla contrattazione di secondo livello aziendale per realizzare la partecipazione. Per tutelare il diritto al lavoro e a un lavoro dignitoso, come prevede l’articolo 36 della Costituzione, la strada maestra resta il rinnovo dei contratti collettivi nazionali e la revisione dell’attuale modello di relazioni industriali nell’ottica di favorire la partecipazione dei lavoratori alla gestione e agli utili delle imprese – ha aggiunto Capone -. L’UGL ritiene essenziale parlare di salario adeguato, sostenendo la buona contrattazione e il welfare aziendale coinvolgendo nella discussione gli enti locali di riferimento, interlocutori vicini ai lavoratori, al fine di salvaguardare i loro diritti e il loro potere d’acquisto».

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