“Piuttosto che individuare un ‘progetto Paese’ che ponga al centro il recupero delle aree sottoutilizzate, soprattutto del Mezzogiorno, la buona occupazione, la pubblica amministrazione e ai suoi dipendenti, che riduca la pressione fiscale, razionalizzi la spesa pubblica e rafforzi i settori trainanti del made in Italy, l’Esecutivo preferisce percorrere la via facile del bonus fiscale o monetario, nonostante tutti gli indicatori statistici ne dimostrino il sostanziale fallimento o, comunque, l’insufficiente impatto”.
Lo ha detto il segretario confederale dell’Ugl, Fiovo Bitti, presentando in audizione presso le Commissioni riunite Bilancio della Camera e del Senato il documento di analisi del disegno di legge 4127 ‘Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2017 e bilancio pluriennale per il triennio 2017-2019’ a Montecitorio.
“Nel complesso – ha spiegato il sindacalista -, si è davanti ad una manovra che guarda più alle imprese che alle famiglie; basti pensare alla questione dei fondi per il contrasto alla povertà. Di fatto, l’unico provvedimento che potrebbe creare posti di lavoro, attraverso un esonero contributivo volto a favorire l’assunzione di giovani a tempo indeterminato presso il medesimo datore di lavoro per il quale hanno svolto un periodo di alternanza scuola-lavoro, si cala in una realtà nella quale le assunzioni sono molto ridotte. Verosimilmente, nella migliore delle ipotesi, si avrà un uso più efficiente degli stabilimenti e della manodopera già in organico e non nuove assunzioni”.
“Sicuramente positiva la riproposizione, con estensione della platea e del plafond detassabile, della norma volta ad incentivare i premi di produttività e il welfare aziendale – ha proseguito -, ma sarebbe utile una riflessione sulla necessità di favorire fiscalmente la sottoscrizione dei contratti collettivi nazionali. Ancora una volta, inoltre, il Governo viene meno al principio che i patti si osservano e si rispettano, non stanziando risorse sufficienti per il rinnovo dei contratti collettivi che riguardano i propri dipendenti”.
“Sul fisco, manca ancora una riforma strutturale che ponga la famiglia in primo piano, attraverso l’adozione di meccanismi di tassazione improntati sul modello del quoziente familiare, così come proposto da tempo dall’Ugl”.
In tema previdenziale, infine, “il nostro sindacato ha avuto modo di confrontarsi con il sottosegretario Nannicini, auspicando l’introduzione di strumenti di flessibilità nell’accesso alla pensione, partendo da alcune proposte di legge già presentate, nello specifico quelle degli onorevoli Cesare Damiano e Renata Polverini. La soluzione adottata dall’Esecutivo, in particolare l’Anticipo finanziario a garanzia pensionistica (Ape), suscita, invece, delle perplessità, in quanto scarica sulla singola persona costi significativi che si rifletteranno anche pesantemente sul suo potere d’acquisto al momento del pensionamento effettivo”.
bitti
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