Apprendiamo  dalle parole del Ministro Giovannini che, nelle linee guida sul trasporto inviate dal Ministero al Cts, il controllo per la corretta applicazione delle misure anti covid, ovvero la capienza del mezzo, il distanziamento sociale e l’utilizzo della mascherina, a bordo vettura sarà garantito dai controllori, insieme alla verifica dei titoli di viaggio. Individuare nella categoria dei lavoratori preposti alla verifica dei titoli di viaggio chi dovrà garantire il rispetto delle norme anti covid, significa non conoscere affatto il mondo del trasporto, ignorarne numeri ed efficacia, violarne volutamente le norme contrattuali: gli agenti preposti alla verifica, infatti, non solo rappresentano un numero assolutamente insufficiente per un lavoro di tale portata, ma non avrebbero, anche volendo, strumenti né gestionali né giuridici per un compito di ordine pubblico che non può e non deve ricadere sui lavoratori. Tra l’altro, questo comporterebbe un ulteriore acuirsi dell’esposizione del personale front line alle aggressioni che continuano a verificarsi nel settore, segnale di una generalizzata gravità che più volte abbiamo chiesto alle Istituzioni di affrontare, ma che ancora non trova interventi risolutivi a garanzia degli operatori. Il tutto, a quanto risulta, senza che si voglia destinare un euro agli Autoferrotranvieri ed Internavigatori d’Italia, a quei lavoratori che fino ad oggi hanno garantito la mobilità del Paese, pur con garanzie contrattuali scadute. Le risorse che nel corso del tempo sono state indirizzate al settore, infatti, invece di rappresentare una tutela per i lavoratori, sono state utilizzate esclusivamente dalle associazioni datoriali, pensando a risanare debiti pregressi di loro responsabilità  e creando, se possibile, disagi ancora più grandi a chi è impiegato nel trasporto.  La notizia in discussione oggi è, purtroppo, l’ennesima dimostrazione che la pianificazione sui trasporti, comprese le linee guida per la loro gestione, se non viene ragionata assieme alle rappresentanze dei lavoratori, e nel caso anche delle aziende, che se ne occupano, rischia di essere inapplicabile ed anche inconcepibile. Considerando che già alcuni assessori regionali hanno espresso profonde criticità sull’iniziativa, auspichiamo con forza che il ministro Giovannini possa rivedere questa posizione, convocando chi ha cuore la sicurezza ed il benessere dei lavoratori, ma anche dell’utenza pubblica, con la certezza salda che, per aumentare l’efficienza del settore, servano investimenti certi sulla forza lavoro, che non siano solo promesse inadeguate.  Se il Governo, infatti vuole risolvere la situazione senza perpetrare gli errori del passato,  che di fatto hanno congestionato il trasporto senza che né a livello centrale né a livello di associazioni datoriali si volessero individuare soluzioni, deve preoccuparsi di convocare tutti gli attori coinvolti, senza tergiversare immaginando tutele su spazi mense e non su luoghi di lavoro, ignorando di fatto i diritti primari dei lavoratori.

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