“È con una certa preoccupazione che si guarda alla legge di Bilancio: per il ritardo con il quale è approdato in Parlamento, cosa che, inevitabilmente, finirà per contingentare i tempi del dibattito, con il ricorso all’ormai tradizionale maxi-emendamento e alla questione di fiducia; per i contenuti stessi del disegno di legge che, in diversi casi, non si limitano ad indicare le coperture finanziarie, ma arrivano a modificare, anche in maniera profonda, aspetti centrali della vita quotidiana di milioni di nostri concittadini”.

Lo ha detto Luigi Ulgiati, vicesegretario generale Ugl, audito dalle commissioni Bilancio di Senato e Camera in merito alla Manovra.  Per Ugl il fondo da 8 miliardi per la riduzione della pressione fiscale, in combinato con la riforma fiscale contenuta nel ddl delega, deve servire per una riduzione strutturale del costo del lavoro, la semplificazione dell’Irpef, compresa la parte relativa agli incrementi di reddito, e la revisione della tassazione indiretta, in particolare l’Iva sui beni di largo consumo e le accise sui prodotti energetici. Ed ancora: la tutela del risparmio previdenziale, la difesa del potere d’acquisto degli stipendi e delle pensioni e il sostegno al sistema produttivo nazionale, attraverso il volano delle detrazioni e del credito di imposta.  Sul Reddito di cittadinanza, invece, “l’esperienza di questi anni ha evidenziato delle carenze oggettive, soltanto in parte imputabili alla pandemia da Covid-19. La semplice rivisitazione delle condizionalità non è sufficiente ad assicurare il superamento di quelle che appaiono a tutti gli effetti delle lacune originarie sul sistema dei controlli, sulla procedura di presa in carico da parte dei centri per l’impiego, sull’intervento dei servizi sociali per i casi più complessi, sulla attivazione dei cosiddetti Puc, tutte criticità che le modifiche previste in legge di bilancio non superano o superano soltanto parzialmente”, ha evidenziato Ulgiati.

In materia di pensioni, infine, “la soluzione ponte adottata per ridurre l’impatto negativo della fine della sperimentazione di Quota 100 e il ritorno alla riforma Monti-Fornero non risponde alle esigenze né dei lavoratori e delle lavoratrici né a quelle delle imprese, in particolare quelle interessate da forti processi di riconversione industriale, nonostante la previsione di un fondo ad hoc. Il passaggio a Quota 102 – secondo la Ugl – con l’innalzamento dell’età anagrafica a 64 anni, è fortemente penalizzante e rischia di ingessare nuovamente l’intero sistema con pesanti ripercussioni pure sul versante dell’occupazione giovanile. In attesa di una riforma più equa, che poggi su Quota 41 e, più in generale, sulla libertà di scelta della persona, pure attraverso una revisione complessiva dei meccanismi di accumulazione e rivalutazione del montante, già adesso, in sede di approvazione del disegno di legge, si potrebbe adottare una maggiore flessibilità sul requisito anagrafico, da bilanciare con l’altro requisito, quello contributivo”.

 

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