“È evidente, siamo in campagna elettorale, ma i quasi ormai 9 anni di congelamento degli stipendi dei dipendenti della PA rendono irrisorie anche eventuali risorse aggiuntive, visto che non sono previsti nemmeno gli arretrati”.
Con queste parole il segretario confederale dell’Ugl, Augusto Ghinelli, commenta l’indiscrezione apparsa oggi sull’agenzia Ansa secondo la quale il governo starebbe pensando a una terza tranche di circa 1,5-1,6 miliardi, da stanziare in manovra, come aggiunta rispetto a quanto già previsto con le passate leggi di Bilancio.
Per il sindacalista “non solo, dopo 9 anni, 85 euro di aumento lordi sarebbero una cifra irrisoria, ma verrebbe da chiedersi quale valore possano avere i confronti con il governo e gli accordi sottoscritti se gli stanziamenti economici non sono mai certi e se da un momento all’altro può sbucare dal cilindro del governo una novità, la settimana scorsa si parlava dell’eventualità che l’aumento contrattuale potesse cancellare il bonus degli 80 euro, oggi invece dell’esistenza di risorse aggiuntive”.
“In attesa di sapere come stanno realmente le cose – sottolinea – il capitolo dei rinnovi contrattuali dei contratti di lavoro degli statali resta uno dei capitoli più lacunosi e pieno d’incertezze, economiche, nella storia dei governi. Le uniche manovre andate in porto in tempi record contenevano sempre l’inasprimento delle norme, già introdotte con la riforma Brunetta e aggiunte poi dalla Madia”.
“Anche se si arrivasse agli 85 euro, – conclude Ghinelli – i lavoratori potranno mettersi l’anima in pace e ringraziare chi gli ha confezionato questo bel regalo, in attesa dei prossimi rinnovi che, chissà, forse arriveranno nel 2021”.


