“L’UGL condivide l’appello di Papa Francesco a porre una madre nella condizione di non dover scegliere tra lavoro e cura dei figli. Coniugare i principi delle pari opportunità di genere con la tutela e la valorizzazione della famiglia, è un paradigma che ha avuto non poche difficoltà di riconoscimento nel dibattito politico/sindacale sul mondo del lavoro e in quello relativo alle problematiche dell’occupazione femminile. C’è stato un tempo (anche non troppo lontano) nel corso del quale si è sostenuto che il traguardo delle pari opportunità si potesse raggiungere e quindi ci si potesse affermare lavorativamente solo a scapito della sfera familiare. Un percorso duro che ha visto tante donne, ma anche tanti uomini, ‘esigere’ tenacemente una valorizzazione troppo a lungo negata; un percorso che ha visto finanche usare la famiglia, nucleo fondante e propulsore della società, come argomento contro le donne.
Tale atteggiamento culturale, ha avuto conseguenze di non poco conto nelle scelte politiche e, di conseguenza, nel quotidiano delle donne relegando le politiche a sostegno della famiglia in un angolo senza mai una visione di contesto.
L’UGL ha assunto una posizione fuori dal ‘coro’; chiara nei principi ma più volte osteggiata e spesso non compresa”. È quanto ha dichiarato Ornella Petillo, Segretario Confederale UGL, in merito all’intervento di Papa Francesco durante gli Stati Generali della Natalità.
“In Italia per ogni bambino con meno di sei anni risultano presenti oltre 5 anziani (5,6), quando nel 1971 si contava un anziano per ogni bambino. In cinquant’anni, secondo i dati Istat pubblicati a dicembre 2023 il rapporto tra anziani, bambini e giovani è fortemente sbilanciato. Nel 1971 si contavano 46 over 65 ogni 100 giovani under 15, oggi se ne contano 193. La valorizzazione del lavoro genitoriale e le politiche familiari sono tematiche che hanno tanti fattori comuni, ormai divenuti quanto mai visibili anche ai più recalcitranti. Sostenere il lavoro genitoriale, significa mettere a sistema strategie che riescano a contemplare il lavoro di cura con quello aziendale. L’altra faccia della medaglia è la rinuncia alla genitorialità. Sono molti, infatti, i nuclei familiari che non mettono più al mondo bambini. Un fenomeno inaccettabile e sul quale occorre intervenire”.