“Fra le analisi emerse in apertura del Forum Ambrosetti, rileva una crescita preoccupante del divario occupazionale fra il nostro Paese e le maggiori economie europee. Un gap di competitività acuito peraltro dalla crisi economica e sociale causata dalle restrizioni imposte per combattere i contagi, che hanno colpito duramente il tessuto produttivo in difficoltà già prima della pandemia. Il nodo principale resta il mancato incrocio fra domanda e offerta di lavoro. In tal senso, è emblematico il raffronto fra il livello degli inattivi in Italia, 25,9% nel 2020, e la Germania, 13,5%. Si tratta di un dato allarmante che deve indurre a invertire la rotta fallimentare del passato fondata sui sussidi a pioggia frutto di politiche meramente assistenziali, oppure sui tagli lineari in nome dell’austerità e del rigore. Occorre, pertanto, intervenire attraverso una riforma complessiva del welfare che punti sulle politiche attive, rivedendo gli attuali centri per l’impiego e destinando ingenti risorse alla formazione e alla riqualificazione professionale. È essenziale, al contempo, incentivare il collegamento fra scuola, università e imprese per riattivare il mercato del lavoro e favorire l’occupazione”. Lo ha dichiarato Paolo Capone, Segretario Generale dell’Ugl, in occasione del Forum Ambrosetti.

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