IL CESE E LE SFIDE NELL’ACCESSO ALL’ASSISTENZA SANITARIA
L’inflazione elevata e la crisi del costo della vita hanno eroso il potere d’acquisto delle famiglie dell’Unione Europea, aumentando del 10% il costo della vita e rendendo difficile coprire le spese essenziali, inclusa l’assistenza sanitaria. I dati Eurostat 2023 mostrano che il 3,8% della popolazione Ue ha bisogni sanitari insoddisfatti ed il costo rappresenta la causa principale per il 2,4%, in particolare nei Paesi dove il trattamento deve essere prima pagato dal paziente e poi rimborsato successivamente dalla previdenza sociale. Nel Parere SOC/825, relativo alle disuguaglianze nell’accesso all’assistenza sanitaria, adottato durante la Sessione Plenaria di Luglio, il CESE (Comitato Economico e Sociale Europeo) evidenzia come le difficoltà economiche si traducano in un accesso limitato all’assistenza sanitaria, con un impatto sproporzionato sulle fasce più vulnerabili della popolazione, tra cui le persone con disabilità, i minori e gli anziani, rendendo pertanto fondamentale avviare misure per ridurre o compensare i costi sanitari e di assistenza a lungo termine nei confronti degli individui e delle famiglie a basso reddito. Esiste quindi una chiara correlazione tra reddito ed accesso alla sanità, con sistemi sanitari che non proteggono adeguatamente le fasce più vulnerabili e con un’inflazione che peggiora ulteriormente la situazione, portando a ritardi o rinunce alle cure. Per il Consigliere Ulgiati «l’interconnessione tra lotta alla povertà ed accesso all’assistenza sanitaria mostra la necessità di attuare soluzioni integrate che sappiano coniugare i due aspetti, considerando l’uno un prerequisito dell’altro, nel senso che il contrasto alla povertà è condizione necessaria per garantire un accesso equo a servizi, quali l’assistenza sanitaria, anche mediante il rafforzamento delle reti di sicurezza sociale».
UE, MAGGIORI INVESTIMENTI NELL’ISTRUZIONE
“Investire nell’istruzione 2025” è il titolo della Relazione, pubblicata qualche giorno fa dalla Commissione Europea, che monitora l’andamento degli investimenti pubblici in istruzione. La tendenza al rialzo della spesa per l’istruzione, che tuttavia non ha ancora completamente colmato il divario rispetto ai livelli pre-pandemici, dimostra che in tutta l’Unione Europea l’istruzione è nuovamente un motore di competitività e resilienza economica, sebbene con differenze notevoli tra i vari Stati membri. I dati esaminati risalgono al 2023 e rivelano come i ventisette Paesi dell’Unione Europea abbiano complessivamente destinato 806 miliardi di euro al settore educativo. La variabilità tra i vari Stati membri rimane però marcata, con alcuni Paesi che hanno saputo mantenere od incrementare gli investimenti formativi, mentre altri, come l’Italia, mostrano ancora difficoltà nel recupero. Nel grafico del Rapporto, infatti, il Bel Paese risulta la Nazione con la percentuale più bassa di risorse della spesa pubblica dedicate all’istruzione (meno dell’8%), mentre in cima alla scala si trova l’Estonia con oltre il 14%. Il Rapporto evidenzia inoltre come la strategia di investimento nell’istruzione rappresenti un elemento distintivo delle politiche nazionali, con ricadute dirette sulla competitività economica futura dei singoli Stati. La disparità negli approcci alla spesa educativa riflette, infatti, priorità politiche diverse e capacità fiscali eterogenee all’interno dell’Unione, anche in considerazione del fatto che la responsabilità primaria del finanziamento dell’istruzione spetta ai Governi nazionali. Tuttavia, i finanziamenti europei in questo settore svolgono un ruolo cruciale nello sviluppo di una forza lavoro adattabile ed altamente qualificata, in particolare in preparazione alla transizione verde e digitale. Circa 148 miliardi di euro sono stati stanziati per l’istruzione e le competenze, dal 2021 al 2027, tramite strumenti della UE, come Erasmus+ ed il Fondo Sociale Europeo+ ed altri 75 miliardi di euro sono stati messi a disposizione per investimenti nell’ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza per il periodo 2021-2026. In aggiunta, un sostegno supplementare alla ricerca nel campo dell’istruzione è disponibile attraverso “Orizzonte Europa”, programma quadro di ricerca ed innovazione della Ue. Inoltre, poiché gli investimenti formativi si configurano come elemento centrale per affrontare le sfide future del Continente, la Commissione europea ha già delineato la strategia per il prossimo ciclo di bilancio post 2027, proponendo un aumento dei finanziamenti per istruzione e competenze attraverso piani di partenariato nazionali e regionali, un nuovo Fondo europeo per la competitività ed un programma Erasmus+ rafforzato.
EN
THE EESC AND THE CHALLENGES OF ACCESSING HEALTHCARE
High inflation and the cost-of-living crisis have eroded the purchasing power of households in the European Union, increasing the cost of living by 10% and making it difficult to cover essential expenses, including healthcare. Eurostat 2023 data show that 3.8% of the EU population has unmet healthcare needs, with cost being the main reason for 2.4%, particularly in Countries where treatment must first be paid for by the patient and then reimbursed by social security. In the Opinion SOC/825 on inequalities in access to healthcare, adopted during the July Plenary Session, the EESC (European Economic and Social Committee) highlights how economic difficulties translate into limited access to healthcare, with a disproportionate impact on the most vulnerable sections of the population, including people with disabilities, children and the elderly, making it essential to introduce measures to reduce or compensate for healthcare and long-term care costs for low-income individuals and families. There is therefore a clear correlation between income and access to healthcare, with healthcare systems failing to adequately protect the most vulnerable groups and inflation further exacerbating the situation, leading to delays or foregoing treatment. For Councillor Ulgiati, «the interconnection between the fight against poverty and access to healthcare shows the need to implement integrated solutions that combine the two aspects, considering one a prerequisite for the other, in the sense that combating poverty is a necessary condition for ensuring equitable access to services, such as healthcare, including through the strengthening of social safety nets».
EU, MORE INVESTMENT IN EDUCATION
“Investing in Education 2025” is the title of the Report published a few days ago by the European Commission, which monitors trends in public investment in education. The upward trend in education spending, which has not yet completely closed the gap with pre-pandemic levels, shows that education is once again a driver of competitiveness and economic resilience across the European Union, albeit with significant differences between Member States. The data examined dates back to 2023 and reveals that the 27 Countries of the European Union have collectively allocated €806 billion to the education sector. However, there remains marked variability between Member States, with some Countries managing to maintain or increase investment in education, while others, such as Italy, are still struggling to recover. In fact, in the Report’s graph, Italy is the Country with the lowest percentage of public spending dedicated to education (less than 8%), while Estonia is at the top of the scale with over 14%. The Report also highlights how the strategy of investing in education is a distinctive feature of national policies, with direct implications for the future economic competitiveness of individual Countries. The disparity in approaches to education spending reflects different political priorities and fiscal capacities. The disparity in approaches to education spending reflects different political priorities and varying fiscal capacities within the Union, not least because the primary responsibility for funding education lies with national Governments. However, European funding in this area plays a crucial role in developing an adaptable and highly skilled workforce, particularly in preparation for the green and digital transition. Approximately €148 billion has been allocated to education and skills from 2021 to 2027 through EU instruments such as Erasmus+ and the European Social Fund+, and a further €75 billion has been made available for investment under the Recovery and Resilience Facility for the period 2021-2026. In addition, further support for research in the field of education is available through “Horizon Europe”, the EU’s framework programme for research and innovation. Furthermore, as investment in training is a key element in addressing the future challenges facing the Continent, the European Commission has already outlined its strategy for the next post-2027 budget cycle, proposing increased funding for education and skills through national and regional partnership plans, a new European Competitiveness Fund and a strengthened Erasmus+ programme.
UGL NEWS dall'EUROPA n. 139 del 29 Agosto 2025EN - UGL NEWS from EUROPE n. 139 - 29th of August 2025 -