IL CESE E L’INDUSTRIA SIDERURGICA EUROPEA
Il Comitato Economico e Sociale Europeo (CESE), nel Parere CCMI/245 adottato di recente, relativo al Piano d’azione europeo per la siderurgia e la metallurgia, esprime profonda preoccupazione per la crisi attuale dell’industria siderurgica dell’Unione Europea e chiede provvedimenti urgenti per ripristinare la competitività, mantenere posti di lavoro di qualità e stimolare gli investimenti nel processo di transizione dei settori siderurgico e metallurgico. Tali comparti devono fronteggiare infatti una serie di sfide, tra cui la sovraccapacità a livello mondiale e le pratiche sleali che compromettono la parità di condizioni, con la Cina e l’India, in particolare, che hanno notevolmente ampliato la loro capacità produttiva, a danno della Ue, spesso proprio grazie a sovvenzioni distorsive. Inoltre, vi sono gli elevati costi dell’energia, la rilocalizzazione delle emissioni di carbonio, come pure la necessità di investire nella decarbonizzazione industriale, processo ostacolato, però, dai bassi margini di profitto, da finanziamenti insufficienti e da un mercato poco propenso a pagare un sovrapprezzo per i prodotti verdi. Il CESE sottolinea pertanto l’esigenza di adottare misure urgenti al fine di evitare la chiusura di nuovi impianti, il taglio di posti di lavoro ed il declino dell’industria in tutta Europa, nonché per garantire che le industrie siderurgica e metallurgica possano continuare a produrre in maniera efficace per settori strategici, tra cui le tecnologie pulite e la difesa. In considerazione poi dell’attuale contesto geopolitico è fondamentale garantire una catena di approvvigionamento stabile e resiliente per l’acciaio ed i metalli. Occorre quindi agire con rapidità, attuando immediatamente misure volte a salvaguardare il futuro del settore e ad affrontare la crisi economica e sociale che esso sta attraversando. Per il Consigliere Ulgiati «è condivisibile la proposta di istituire un Fondo per una transizione giusta, mirato alle industrie ad alta intensità energetica ed incentrato su iniziative di miglioramento delle competenze e di riqualificazione professionale, oltre che sugli aiuti alla mobilità per i lavoratori, in un ambito in cui bisogna proteggere e promuovere posti di lavoro di qualità, data l’occupazione diretta ed indiretta che genera per milioni di lavoratori».
UE: IL FUTURO DELL’AUTOMOTIVE
Sui target ambientali legati al settore dell’automotive la Commissione europea non intende arretrare, come ribadito pochi giorni fa dal Commissario per il Clima Wopke Hoekstra, davanti all’emiciclo del Parlamento Europeo riunito in sessione Plenaria a Strasburgo. Confermato l’obiettivo di zero emissioni nette di Co2 entro il 2035, lasciando aperti spiragli su eventuali revisioni nelle modalità per raggiungere il target in virtù dei progressi tecnologici nei sistemi ibridi ed elettrici. Nei giorni scorsi Roma e Berlino hanno inviato una lettera alla Ue per “un cambio di rotta”. In una fase cruciale per il futuro dell’industria automobilistica europea, Italia e Germania hanno fatto sentire la propria voce attraverso una lettera indirizzata alla Commissione Europea, gesto che racchiude un segnale di unità e determinazione nell’affrontare la profonda trasformazione del settore automotive, oggi al centro di una rivoluzione tecnologica e normativa, tra transizione ecologica, digitalizzazione e globalizzazione dei mercati. La lettera congiunta, sottoscritta dal Ministro italiano Adolfo Urso e dalla rappresentante tedesca Katherina Reiche, esprime la risposta coordinata dei due principali poli industriali europei all’esigenza di una strategia automotive capace di equilibrare competitività, sostenibilità ambientale e tutela della filiera produttiva. Nel documento, Italia e Germania chiedono che le attuali politiche automotive Ue siano rivisitate perché rischiano di penalizzare in maniera sproporzionata le aziende europee rispetto ai competitor extra-Ue, in particolare su motori endotermici ed alternative tecnologiche diverse dall’elettrico puro. Tra le misure al momento in vigore per il raggiungimento dei target prefissati il Commissario per il Clima cita l’azione mirata e già approvata sulle norme di Co2 per auto e furgoni, oltre al nuovo Piano di azione europeo per il settore automobilistico, con interventi su tecnologie pulite ed automazione. L’Esecutivo comunitario, inoltre, entro la fine dell’anno, presenterà la revisione del Regolamento sulle emissioni di Co2 insieme ad altre iniziative in materia di decarbonizzazione delle flotte aziendali, note come Pacchetto “Battery Booster”, ed anche un progetto dedicato alle piccole auto elettriche a prezzi accessibili, nella consapevolezza che la mobilità del futuro dovrà essere tanto sostenibile quanto accessibile in termini di costi e capillarità dei servizi.
EN
THE EESC AND THE EUROPEAN STEEL INDUSTRY
The European Economic and Social Committee (EESC), in its recently adopted Opinion CCMI/245 on the European Action Plan for the Steel and Metallurgy Sectors, expresses deep concern about the current crisis in the EU steel industry and calls for urgent measures to restore competitiveness, maintain quality jobs and stimulate investment in the transition process of the steel and metallurgy sectors. These sectors face a number of challenges, including global overcapacity and unfair practices that undermine the level playing field, with China and India in particular having significantly expanded their production capacity to the detriment of the EU, often thanks to distortive subsidies. In addition, there are high energy costs, carbon leakage and the need to invest in industrial decarbonisation, a process that is hampered, however, by low profit margins, insufficient funding and a market that is reluctant to pay a premium for green products. The EESC therefore stresses the need to take urgent measures to prevent the closure of new plants, job losses and industrial decline across Europe, and to ensure that the steel and metals industries can continue to produce efficiently for strategic sectors, including clean technologies and defence. Given the current geopolitical context, it is also essential to ensure a stable and resilient supply chain for steel and metals. We must therefore act quickly, implementing immediate measures to safeguard the future of the sector and address the economic and social crisis it is currently experiencing. For Councillor Ulgiati «the proposal to set up a Just Transition Fund, targeting energy-intensive industries and focusing on skills improvement and retraining initiatives, as well as mobility aid for workers, is welcome in a context where quality jobs need to be protected and promoted, given the direct and indirect employment it generates for millions of workers».
EU: THE FUTURE OF THE AUTOMOTIVE INDUSTRY
The European Commission has no intention of backing down on environmental targets for the automotive sector, as Climate Commissioner Wopke Hoekstra reiterated a few days ago before the European Parliament gathered in Plenary Session in Strasbourg. The goal of net-zero CO2 emissions by 2035 has been confirmed, leaving open the possibility of revisions to the methods for achieving the target in light of technological advances in hybrid and electric systems. In recent days, Rome and Berlin have sent a letter to the EU calling for a “change of course”. At a crucial stage for the future of the European automotive industry, Italy and Germany have made their voices heard through a letter addressed to the European Commission, a gesture that sends a signal of unity and determination in addressing the profound transformation of the automotive sector, which is currently at the centre of a technological and regulatory revolution, between ecological transition, digitalisation and market globalisation. The joint letter, signed by Italian Minister Adolfo Urso and German representative Katherina Reiche, expresses the coordinated response of the two main European industrial hubs to the need for an automotive strategy capable of balancing competitiveness, environmental sustainability and protection of the production chain. In the document, Italy and Germany call for a review of current EU automotive policies because they risk disproportionately penalising European companies compared to non-EU competitors, particularly with regard to internal combustion engines and technological alternatives other than pure electric. Among the measures currently in place to achieve the targets set, the Climate Commissioner cites the targeted and already approved action on CO2 standards for cars and vans, as well as the new European Action Plan for the automotive sector, with measures on clean technologies and automation. Furthermore, by the end of the year, the EU Executive will present a revision of the CO2 Emissions Regulation together with other initiatives on the decarbonisation of company fleets, known as the “Battery Booster” Package, and also a project dedicated to affordable small electric cars, in the knowledge that the mobility of the future must be as sustainable as it is accessible in terms of cost and service coverage.
UGL NEWS dall'EUROPA n. 145 del 10 Ottobre 2025EN - UGL NEWS from EUROPE n. 145 -10th of October 2025 -