IL CESE E LE IMPLICAZIONI SUL LAVORO DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE

La gestione algoritmica (AM), guidata dall’Intelligenza Artificiale (IA) e dal processo decisionale automatizzato, sta trasformando il mondo del lavoro. Pur promettendo una maggiore efficienza, queste tecnologie pongono anche sfide significative, tra cui una maggiore sorveglianza, una ridotta autonomia dei lavoratori ed il rischio di processi decisionali distorti. Per i Sindacati, la regolamentazione della IA è una preoccupazione urgente a causa della sua rapida evoluzione e della limitata esperienza nel suo utilizzo. Proprio per affrontare tali problematiche si è svolta recentemente a Bruxelles presso il CESE (Comitato Economico e Sociale Europeo) una Conferenza organizzata congiuntamente dal Gruppo II (Lavoratori) del CESE e dalla Fondazione Europea per gli Studi Progressisti (FEPS) con l’obiettivo di approfondire la questione cruciale di come l’Intelligenza Artificiale ed i sistemi decisionali algoritmici stiano ridefinendo il mondo del lavoro, incidendo sui diritti, sulla privacy e sulla dignità dei lavoratori. Con l’Intelligenza Artificiale che ridisegna il mondo del lavoro è essenziale continuare a promuovere un’IA antropocentrica e sostenere politiche che controbilancino il forte sviluppo della IA in Europa con la giustizia sociale ed i diritti dei lavoratori. Inoltre, la IA deve essere addestrata sulla base di dati e valori europei in materia di diritti sociali e di uguaglianza, al fine di garantire che i lavoratori europei abbiano tutti gli stessi diritti e che sia sempre assicurato il controllo da parte dell’uomo. Il dialogo sociale ed il coinvolgimento dei lavoratori svolgono un ruolo essenziale nel tutelare i diritti fondamentali dei lavoratori e nel promuovere un’IA “affidabile” nel mondo del lavoro. Il CESE ritiene infatti che una delle leve per ridurre al minimo i rischi e gli effetti dannosi dei sistemi di IA sia costituita proprio dal maggiore coinvolgimento dei lavoratori e dei loro rappresentanti. Per il Consigliere Ulgiati «la rapida diffusione dell’Intelligenza Artificiale nella vita quotidiana impone una riflessione urgente per massimizzare i benefici e minimizzare i rischi, nel rispetto dei diritti fondamentali, dalla tutela dei dati personali alla libertà di impresa. Occorre inoltre riconoscere l’indubbio potenziale dell’IA per la transizione ambientale, energetica e digitale, nonché per la riduzione del fenomeno degli infortuni sul lavoro, sempre però nella piena osservanza della centralità della decisione umana. La tutela dei diritti così come il coinvolgimento attivo delle Parti Sociali – ha concluso – devono restare in ogni caso prioritari».

UE E PACCHETTO ALLARGAMENTO 2025 

La Commissione Europea ha adottato pochi giorni fa l’annuale “Pacchetto Allargamento”, con cui presenta una valutazione globale dei progressi compiuti dai partner dell’allargamento negli ultimi dodici mesi. Il Pacchetto di quest’anno ribadisce che «lo slancio verso l’allargamento è in cima alle priorità della Ue» e conferma che l’adesione di nuovi Stati membri è un traguardo sempre più vicino, possibile da raggiungere con un approccio rigoroso e basato sul merito. Il documento presentato dall’Esecutivo europeo questa volta, più che in passato, assume una valenza geopolitica decisiva: dall’Ucraina ai Balcani, l’allargamento è tornato al centro della politica europea, rappresentando un test di credibilità per l’Unione stessa ed il suo futuro. Nel complesso, il 2025 è stato un anno di evoluzioni significative per l’allargamento della Ue e fra i 10 Paesi candidati all’adesione spiccano per l’avanzamento Montenegro, Albania, Moldavia ed Ucraina che hanno compiuto notevoli miglioramenti nelle riforme. Il Montenegro si conferma il Paese più avanzato ed il più preparato con quattro capitoli negoziali chiusi nell’ultimo anno e l’obiettivo di concludere i negoziati entro la fine del 2026. Segue l’Albania che ha registrato progressi nell’ambito della giustizia e della lotta alla corruzione, vera piaga del Paese, e che punta a chiudere i negoziati entro la fine del 2027. La Moldavia ha compiuto passi in avanti importanti dopo il primo Vertice UE-Moldavia del Luglio 2025 e la chiusura del negoziato di adesione per inizio 2028 appare un obiettivo “ambizioso ma raggiungibile” se il Paese saprà fare le riforme richieste. Quanto all’Ucraina, ancora in guerra, la Commissione prende atto del desiderio di Kiev di chiudere tutto entro fine 2028, dicendosi pronta a sostenere tale sforzo ma avvertendo, al contempo, riguardo alla necessità di accelerare sul ritmo delle riforme, in particolare sullo stato di diritto. Diametralmente opposta, invece, la situazione della Serbia, della Bosnia-Erzegovina, della Macedonia del Nord, del Kosovo, Paesi in ritardo con la realizzazione di un efficace rinnovamento in grado di accelerare il processo di adesione. La Georgia poi viene considerata “Paese candidato solo di nome”, ma non nei fatti, dopo un forte arretramento democratico e leggi che limitano la libertà di espressione, mentre con la Turchia i negoziati sono congelati dal 2018 senza progressi di alcun tipo, nonostante il Paese euro-asiatico mantenga un rapporto strategico ma complesso con la Ue.

EN

THE EESC AND THE IMPLICATIONS OF ARTIFICIAL INTELLIGENCE ON WORK

Algorithmic management (AM), driven by artificial intelligence (AI) and automated decision-making, is transforming the world of work. While promising greater efficiency, these technologies also pose significant challenges, including increased surveillance, reduced worker autonomy and the risk of biased decision-making. For Trade Unions, the regulation of AI is an urgent concern due to its rapid evolution and limited experience in its use. To address these issues, a conference was recently held in Brussels at the EESC (European Economic and Social Committee) in Brussels, organised jointly by EESC Group II (Employees) and the Foundation for European Progressive Studies (FEPS) with the aim of exploring the crucial issue of how artificial intelligence and algorithmic decision-making systems are redefining the world of work, affecting workers’ rights, privacy and dignity. With Artificial Intelligence reshaping the world of work, it is essential to continue promoting anthropocentric AI and supporting policies that balance the rapid development of AI in Europe with social justice and workers’ rights. Furthermore, AI must be trained on the basis of European data and values relating to social rights and equality, in order to ensure that European workers all have the same rights and that human control is always guaranteed. Social dialogue and worker involvement play an essential role in protecting workers’ fundamental rights and promoting “trustworthy” AI in the world of work. The EESC believes that one of the levers for minimising the risks and harmful effects of AI systems is precisely the greater involvement of workers and their representatives. According to Councillor Ulgiati «the rapid spread of artificial intelligence in everyday life calls for urgent reflection on how to maximise the benefits and minimise the risks, while respecting fundamental rights, from the protection of personal data to freedom of enterprise. We must also recognise the undoubted potential of AI for environmental, energy and digital transition, as well as for reducing accidents at work, while always fully respecting the centrality of human decision-making. The protection of rights and the active involvement of the Social Partners must remain a priority in all cases» he concluded.

EU AND 2025 ENLARGEMENT PACKAGE

A few days ago, the European Commission adopted its annual “Enlargement Package”, presenting an overall assessment of the progress made by enlargement partners over the last twelve months. This year’s Package reiterates that «the momentum towards enlargement is at the top of the EU’s priorities» and confirms that the accession of new Member States is an increasingly close goal, achievable through a rigorous and merit-based approach. The document presented by the European Executive this time, more than in the past, takes on a decisive geopolitical significance: from Ukraine to the Balkans, enlargement is back at the centre of European politics, representing a test of credibility for the Union itself and its future. Overall, 2025 was a year of significant developments for EU enlargement, with Montenegro, Albania, Moldova and Ukraine standing out among the 10 candidate Countries for accession, having made considerable progress in reforms. Montenegro remains the most advanced and best prepared Country, with four negotiation chapters closed in the last year and the aim of concluding negotiations by the end of 2026. It is followed by Albania, which has made progress in the areas of justice and the fight against corruption, a real scourge of the Country, and which aims to conclude negotiations by the end of 2027. Moldova has made significant progress since the first EU-Moldova Summit in July 2025, and the conclusion of accession negotiations by early 2028 appears to be an “ambitious but achievable” goal if the Country is able to implement the required reforms. As for Ukraine, still at war, the Commission takes note of Kiev’s desire to conclude everything by the end of 2028, saying it is ready to support this effort but warning, at the same time, of the need to accelerate the pace of reforms, particularly on the rule of law. The situation is diametrically opposed in Serbia, Bosnia and Herzegovina, North Macedonia and Kosovo, Countries that are lagging behind in implementing effective reforms capable of accelerating the accession process. Georgia is considered a “candidate Country in name only”, but not in fact, following a sharp democratic setback and laws restricting freedom of expression, while negotiations with Turkey have been frozen since 2018 without any progress, despite the Euro-Asian Country maintaining a strategic but complex relationship with the EU.

UGL NEWS dall'EUROPA n. 149 del 7 Novembre 2025
EN - UGL NEWS from EUROPE n. 149 -7th of November 2025 -

 

 

Seguici e metti un like: