IL CESE ED IL MERCATO UNICO NEL CONTESTO MONDIALE
Nel corso della riunione della Sezione Mercato Unico, Produzione e Consumo del Comitato Economico e Sociale Europeo (CESE), svoltasi a Bruxelles la settimana scorsa, è stato adottato un Parere di grande interesse (INT/1094) relativo alla strategia per un Mercato Unico europeo in grado di competere a pieno titolo sulla complessa scena mondiale. Il CESE sottolinea l’importanza che riveste il Mercato Unico, sia in quanto fattore di stabilità e di resilienza, sia perché permette di disporre di quella “dimensione significativa minima” che è indispensabile nell’attuale contesto mondiale, caratterizzato da forti tensioni geopolitiche e commerciali. Tali sfide richiedono una risposta omogenea a livello europeo in un quadro mutato ed incerto. Il CESE chiede un Mercato Unico semplificato e maggiormente competitivo, secondo le raccomandazioni delle Relazioni Draghi e Letta, insistendo al contempo sulla necessità di mantenere una politica di coesione forte ed efficace, in grado di garantire la piena inclusione di tutti i territori in tale Mercato e di rimediare alle asimmetrie esistenti, come anche di sostenere la transizione verde e sociale. Nella pianificazione del futuro del Mercato Unico, i settori finanziario, dell’energia e delle comunicazioni elettroniche dovrebbero essere considerati prioritari, perché hanno assunto oggi una dimensione strategica e sovranazionale che travalica il processo di costruzione iniziale del Mercato Unico. Inoltre, relativamente alla prospettiva di realizzare un Mercato Unico più concorrenziale e resiliente il CESE sottolinea l’importanza fondamentale di applicare efficacemente alle normative gli strumenti del controllo della competitività e della valutazione di impatto, senza però che tali misure di semplificazione compromettano gli elevati diritti fondamentali, sociali e del lavoro sanciti dalle regolamentazioni nazionali, dal diritto della Ue e dai contratti collettivi. Per il Consigliere Ulgiati infatti «un’integrazione efficiente e sostenibile del Mercato Unico richiede il coinvolgimento attivo delle Parti sociali ed il pieno rispetto dei principi di concorrenza leale, al fine di tutelare i diritti e le norme del lavoro, nonché di garantire condizioni di parità».
UE, PACCHETTO SULLA MOBILITÀ MILITARE
È stato presentato a Bruxelles pochi giorni fa il Pacchetto sulla mobilità militare che, insieme al Piano di trasformazione industriale, compone il Pacchetto Difesa proposto dalla Commissione Europea, a completamento di una stagione autunnale all’insegna della strategia di sicurezza e difesa europea. Il Military Mobility Package, infatti, è l’ultimo di una serie di Piani resi noti dall’Esecutivo comunitario dall’inizio dell’anno per rafforzare in modo sostanziale la difesa dell’Unione Europea prima della fine del decennio quando, secondo alcune agenzie di intelligence, la Russia potrebbe avere i mezzi per attaccare un altro Paese europeo. «Oggi, per spostare equipaggiamenti e truppe militari da ovest ad est, purtroppo ci vogliono mesi» ha affermato Apostolos Tsitsikostas, Commissario Ue per i Trasporti sostenibili ed il Turismo. «Quello che vogliamo ottenere è che ciò accada entro pochi giorni. Non si può difendere un Continente se non ci si può muovere attraverso di esso», ha dichiarato in una conferenza stampa. Ecco, dunque, spiegata la creazione di una sorta di “Schengen militare”, al fine di migliorare considerevolmente la mobilità militare all’interno del blocco. Il Piano prevede un nuovo sistema di risposta rafforzata per la mobilità militare europea, sul modello del meccanismo di protezione civile della Ue che consente agli Stati membri di ottenere rapidamente assistenza in caso di disastri naturali o provocati dall’uomo. Attualmente, le regole tra i 27 Stati membri non sono armonizzate ed alcuni impiegano settimane per rispondere alla richiesta di un altro Paese Ue di spostare truppe ed attrezzature sul loro territorio. Uno dei criteri fondamentali del Pacchetto mobilità militare 2025 sarà, dunque, la velocizzazione delle autorizzazioni per la mobilità militare transfrontaliera, in base alla quale gli Stati membri della Ue avranno a disposizione solo tre giorni, in tempo di pace, e sei ore in caso di emergenza, per consentire ad altre truppe ed equipaggiamenti militari europei di attraversare i loro confini. Per la realizzazione di tale mobilitazione europea si stimano necessari 100 miliardi di euro, ma la Ue ha finora stanziato solo 1,7 miliardi di euro nell’attuale bilancio pluriennale che termina nel 2027, mentre nella proposta di nuovo bilancio 2028-2034 alla mobilità militare vengono assegnati 17,7 miliardi di euro, un aumento di dieci volte, ma ancora molto lontano dal traguardo.
EN
THE EESC AND THE SINGLE MARKET IN THE GLOBAL CONTEXT
During the meeting of the Single Market, Production and Consumption Section of the European Economic and Social Committee (EESC) held in Brussels last week, a highly interesting Opinion (INT/1094) was adopted on the strategy for a European Single Market capable of competing fully on the complex global stage. The EESC emphasises the importance of the Single Market, both as a factor of stability and resilience and because it provides the “minimum significant size” that is essential in the current global context, characterised by strong geopolitical and trade tensions. These challenges require a consistent response at European level in a changed and uncertain environment. The EESC calls for a simplified and more competitive Single Market, in line with the recommendations of the Draghi and Letta Reports, while insisting on the need to maintain a strong and effective cohesion policy capable of ensuring the full inclusion of all territories in the Single Market and remedying existing asymmetries, as well as supporting the green and social transition. In planning the future of the Single Market, the financial, energy and electronic communications sectors should be considered priorities, as they have now taken on a strategic and supranational dimension that goes beyond the initial process of building the Single Market. Furthermore, with regard to the prospect of creating a more competitive and resilient Single Market, the EESC stresses the fundamental importance of effectively applying competitiveness monitoring and impact assessment tools to regulations, without, however, these simplification measures compromising the high fundamental, social and labour rights enshrined in national regulations, EU law and collective agreements. In fact, according to Councillor Ulgiati, «efficient and sustainable integration of the Single Market requires the active involvement of the social Partners and full compliance with the principles of fair competition, in order to protect labour rights and standards and ensure a level playing field»
EU, MILITARY MOBILITY PACKAGE
The Military Mobility Package was presented in Brussels a few days ago. Together with the Industrial Transformation Plan, it forms part of the Defence Package proposed by the European Commission, completing an autumn season marked by European security and defence strategy. The Military Mobility Package is the latest in a series of plans announced by the EU Executive since the beginning of the year to substantially strengthen the European Union’s defence before the end of the decade when, according to some intelligence agencies, Russia could have the means to attack another European Country. «Today, it unfortunately takes months to move military equipment and troops from west to east», said Apostolos Tsitsikostas, EU Commissioner for Sustainable Transport and Tourism. «What we want to achieve is for this to happen within a few days. You cannot defend a Continent if you cannot move across it», he said at a press conference. This explains the creation of a sort of “military Schengen” to significantly improve military mobility within the bloc. The Plan provides for a new enhanced response system for European military mobility, modelled on the EU’s civil protection mechanism, which allows Member States to obtain rapid assistance in the event of natural or man-made disasters. Currently, the rules among the 27 Member States are not harmonised, and some take weeks to respond to a request from another EU Country to move troops and equipment onto their territory. One of the key criteria of the 2025 Military Mobility Package will therefore be to speed up authorisations for cross-border military mobility, whereby EU Member States will have only three days in peacetime and six hours in an emergency to allow other European troops and military equipment to cross their borders. An estimated €100 billion is needed to achieve this European mobilisation, but the EU has so far allocated only €1.7 billion in the current multiannual budget ending in 2027, while the proposed new budget for 2028-2034 allocates €17.7 billion to military mobility, a tenfold increase, but still far from the target.
UGL NEWS dall'EUROPA n. 151 del 21 Novembre 2025EN - UGL NEWS from EUROPE n. 151 - 21st of November 2025 -
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