IL CESE E LA POLITICA DI CONCORRENZA

La politica di concorrenza dell’UE, gestita dalla Commissione europea, mira a garantire un mercato unico funzionante, tutelando i consumatori e le imprese da pratiche sleali, proibendo cartelli, abusi di posizione dominante, fusioni dannose e aiuti di Stato ed aprendo settori tradizionalmente monopolistici come telecomunicazioni ed energia, per stimolare innovazione, scelta e prezzi bassi. Il CESE (Comitato Economico e Sociale Europeo), nel Parere INT/1096, approvato nella recente Sessione Plenaria di Dicembre, accoglie con favore l’orientamento adottato dalla Commissione Europea tendente ad integrare efficacemente la politica di concorrenza con gli obiettivi digitali, verdi e di resilienza dell’Unione Europea, salvaguardando al contempo un mercato unico competitivo ed efficiente. Inoltre, giudica positivamente il nuovo approccio utilizzato nella politica di concorrenza, che sostiene le imprese nella loro espansione nei mercati mondiali garantendo al tempo stesso condizioni di parità. Tale nuovo metodo dovrebbe trovare riscontro nella valutazione delle operazioni di concentrazione, avendo cura di tenere pienamente in considerazione l’innovazione e la resilienza, ma evitando che la concentrazione del mercato determini un aumento dei prezzi, oppure una diminuzione della qualità. Si dovrebbe, in aggiunta, garantire che tutte le parti interessate al processo, in particolare le Parti Sociali, siano adeguatamente ascoltate ed abbiano le opportunità necessarie per comunicare le loro considerazioni nei casi pertinenti, anche su questioni sociali e del lavoro, affinché tutte le problematiche alla base di tali processi vengano gestite in modo sostenibile. In proposito, il Consigliere Ulgiati auspica che in futuro «l’applicazione delle norme in materia di concorrenza tenga sempre più conto non solo degli effetti sui consumatori, sulle imprese concorrenti e sul funzionamento dei mercati, ma anche del tema dell’occupazione e del lavoro, rispetto a problematiche quali gli accordi “anti-poach” fra imprese digitali (intese di “non concorrenza” tra aziende per non assumersi reciprocamente i dipendenti, limitando così la concorrenza nel mercato del lavoro ed i salari) e le condotte unilaterali che riducono o addirittura eliminano il potere di tutela collettiva dei lavoratori delle piattaforme digitali».

COMMISSIONE UE: DIETROFRONT SUI MOTORI ENDOTERMICI 

Dopo mesi di intense pressioni da parte di autorevoli Governi, come l’Italia e la Germania, nonché del settore automobilistico europeo, la Commissione Europea, pochi giorni fa, nel corso della Sessione Plenaria del Parlamento Europeo riunito a Strasburgo, ha comunicato un brusco, seppur previsto, dietrofront sul divieto totale di vendita dei motori termici a partire dal 2035, presentando il nuovo Pacchetto Automotive Ue. Quello stop, che era diventato il simbolo della severità del Green Deal, viene adesso ammorbidito da un Pacchetto di misure che rappresenta una significativa, anche se non radicale, deviazione dalle politiche ambientaliste degli ultimi anni. Per andare avanti la Commissione ingrana dunque la retromarcia sul dossier relativo alla sostenibilità dell’automobile. Una proposta annunciata ed attesa, parte di quel Piano d’azione per l’auto elaborato dall’Esecutivo comunitario per venire incontro al settore dell’automotive ed all’indotto da esso generato. La flessibilità introdotta tramite il Pacchetto omnibus per l’auto prevede una rimodulazione degli obiettivi: non più il taglio del 100% delle emissioni al 2035, bensì una riduzione del 90% rispetto ai livelli del 2021. Resta un 10% di margine, che può essere colmato anche con i motori tradizionali. D’altronde, precisa la proposta di revisione della Commissione, il Pacchetto «consentirà ai veicoli con motore a combustione interna di continuare a svolgere un ruolo anche dopo il 2035, oltre ai veicoli completamente elettrici e ad idrogeno». La riscrittura delle norme sulle emissioni lascia quindi uno spazio nel mercato post 2035 per la commercializzazione di veicoli dotati di motori termici, ibridi plug-in e con range extender, superando l’idea di una transizione limitata esclusivamente alle vetture elettriche, che avranno comunque un sostegno pari a 1,8 miliardi di euro attraverso il programma “Battery Booster” per lo sviluppo di una filiera delle batterie interamente prodotta nella Ue. L’iniziativa della Commissione Europea delinea pertanto un nuovo percorso, che si configura come una sorta di compromesso, nel tentativo di bilanciare gli obiettivi climatici con la realtà industriale e le preoccupazioni sociali ed economiche, ma che dovrà comunque ottenere il via libera finale dei Governi dei Ventisette Stati membri e del Parlamento Europeo.

EN

THE EESC AND COMPETITION POLICY 

EU competition policy, managed by the European Commission, aims to ensure a functioning single market by protecting consumers and businesses from unfair practices, prohibiting cartels, abuses of dominant positions, harmful mergers and state aid, and opening up traditionally monopolistic sectors such as telecommunications and energy to stimulate innovation, choice and low prices. The EESC (European Economic and Social Committee), in its Opinion INT/1096, adopted at the recent December Plenary Session, welcomes the approach taken by the European Commission to effectively integrate competition policy with the European Union’s digital, green and resilience objectives, while safeguarding a competitive and efficient single market. It also welcomes the new approach used in competition policy, which supports businesses in their expansion into global markets while ensuring a level playing field. This new method should be reflected in the assessment of mergers, taking full account of innovation and resilience, but ensuring that market concentration does not lead to higher prices or lower quality. In addition, it should be ensured that all parties involved in the process, in particular the Social Partners, are adequately consulted and have the appropriate opportunities to express their views in relevant cases, including on social and labour issues, so that all the issues underlying these processes are dealt with in a sustainable manner. In this regard, Councillor Ulgiati hopes that in the future «the application of competition rules will increasingly take into account not only the effects on consumers, competing companies and the functioning of markets, but also the issue of employment and labour, with regard to issues such as “anti-poach” agreements between digital companies (non-competition agreements between companies not to hire each other’s employees, thus limiting competition in the labour market and wages) and unilateral conduct that reduces or even eliminates the collective protection of digital platform workers».

EU COMMISSION: U-TURN ON INTERNAL COMBUSTION ENGINES 

After months of intense pressure from influential Governments, such as Italy and Germany, as well as the European automotive sector, the European Commission announced a sudden, albeit expected, U-turn on the total ban on the sale of combustion engines from 2035 during the European Parliament’s Plenary Session in Strasbourg a few days ago, presenting the new EU Automotive Package. This ban, which had become a symbol of the severity of the Green Deal, has now been softened by a package of measures that represents a significant, albeit not radical, departure from the environmental policies of recent years. In order to move forward, the Commission is therefore reversing its position on the issue of automotive sustainability. This announcement was expected and is part of the Action Plan for Cars drawn up by the EU Executive to support the automotive sector and its related industries. The flexibility introduced by the omnibus package for cars provides for a reshaping of the targets: no longer a 100% cut in emissions by 2035, but a 90% reduction compared to 2021 levels. A 10% margin remains, which can also be filled with traditional engines. On the other hand, the Commission’s proposed revision specifies that the Package «will allow internal combustion engine vehicles to continue to play a role after 2035, alongside fully electric and hydrogen vehicles». The rewriting of the emissions standards therefore leaves room in the post-2035 market for the sale of vehicles equipped with combustion engines, plug-in hybrids and range extenders, overcoming the idea of a transition limited exclusively to electric cars, which will still receive €1.8 billion in support through the “Battery Booster” programme for the development of a battery supply chain produced entirely in the EU. The European Commission’s initiative therefore outlines a new path, which takes the form of a compromise in an attempt to balance climate objectives with industrial reality and social and economic concerns, but which will still need to obtain final approval from the Governments of the 27 Member States and the European Parliament.

UGL NEWS dall'EUROPA n. 155 del 19 Dicembre 2025
EN - UGL NEWS from EUROPE n. 155 - 19th of December 2025 -

 

 

 

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