“L’esiguità dell’aumento legato al rinnovo del contratto delle Funzioni Centrali – Ministeri, Agenzie fiscali, Enti ex art. 70 – a 50 euro netti, non può colmare otto anni di vuoto contrattuale”.
E’ quanto si legge in una nota di Alessandro Di Stefano, Segretario  Nazionale dell’Ugl Funzione Pubblica, in cui si aggiunge che “l’entità dell’aumento è completamente inadeguata a soddisfare coloro che percepiscono redditi bassi: al contrario, c’è chi rischia di perdere i famosi 80 euro netti di renziana memoria, a favore degli 85 lordi  – più o meno 50 netti- di aumento stipendiale”.
“A ciò si aggiungono – aggiunge Di Stefano – i pretestuosi interventi su alcuni aspetti della vita lavorativa a danno dei cosiddetti ‘ministeriali’, ‘spacciati’ come riforma dal ministro alla Funzione pubblica, Marianna Madia”.
“A questo punto – conclude -, in attesa di conoscere le novità giuridiche che il rinnovo porrà sul magro piatto degli impiegati, c’è da chiedersi quale sia il vantaggio del rinnovo contrattuale atteso a lungo da tanti lavoratori: cui prodest, a chi giova? Di certo, né alle Funzioni Centrali, né all’efficienza della macchina burocratica, tantomeno ai lavoratori”.

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