«In merito agli aspetti occupazionali e sociali del Pniec, l’UGL ritiene che l’innovazione e la collaborazione con il mondo scientifico ed universitario siano la chiave del cambiamento in atto e che non esista una soluzione unica per realizzare la transizione in corso».
Così Luigi Ulgiati, vicesegretario generale UGL, ieri all’incontro, presso il Dipartimento per l’Energia del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, per l’aggiornamento del Piano Nazionale Integrato per l’Energia e Clima) da presentare entro giugno 2024.
Quanto alle proposte dell’UGL, è stata indicata «l’attivazione di un confronto periodico fra il Mase e le parti sociali, per monitorare l’approvazione e la successiva attuazione del PNIEC stesso».
Così come occorre «individuare percorsi formativi ed iniziative che accompagnino la decarbonizzazione, per renderla accettabile anche dal punto di vista sociale», con l’ulteriore esigenza «di creare nuove figure professionali, nuovi impegni formativi e la necessità di regolarizzare i rapporti di lavoro, in linea con il cambiamento in atto anche nei processi produttivi».
A tal scopo, «vanno aggiornati anche i programmi scolastici di ITS e universitari, permettendo così la formazione di figure professionali già necessarie nel settore. Altrettanto importante un’opera di educazione integrata ambientale, economica e sociale già dalla scuola dell’obbligo».
«Particolare attenzione va data al programma di dismissione delle centrali a carbone previsto nel PNIEC anno 2019 e contenuto nel piano 2023, per assicurare la fornitura sia del servizio sia dei livelli occupazionali». Altrettanto importate sarebbe «il coinvolgimento delle aziende leader nazionali, che con le loro competenze possono dare un contributo determinante nei vari settori».
Occorre inoltre «sostenere la produzione nazionale di gas naturale, potenziare il sistema dei terminali di GNL, adeguare il costo dell’energia in linea con gli stati europei, indirizzare le energie rinnovabili e la mobilità sostenibile verso settori strategici, garantire l’accesso anche di chi ha un basso reddito ed è fiscalmente incapiente».
«Per far uscire il Paese dalla significativa dipendenza dalle forniture di Paesi stranieri, auspichiamo l’avvio da parte del Mase di un percorso sul nucleare sostenibile come quello da poco avviato dalla Commissione Europea con il lancio della “European Industrial Alliance on Small Modular Reactor” (SMR), il quale, assieme alle altre tecnologie energetiche a basso contenuto di carbonio, consentirà all’Europa di migliorare la propria indipendenza energetica nonché di accelerare il processo di decarbonizzazione dell’intero settore energetico».
Previsto un aggiornamento del Tavolo nel prossimo mese di marzo.

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