Avviato oggi a Palazzo Chigi un ciclo di riunioni con le parti sociali sui temi legati al Pnrr, presiedute dal ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto. I primi ad arrivare sono stati i rappresentanti dei sindacati Cgil, Cisl, Uil e Ugl. A seguire, alle 11, Fitto ha incontrato le altre sigle dei sindacati e alle 12 le 24 sigle delle associazioni delle imprese. Per la Cgil ha partecipato il segretario generale Maurizio Landini, per la Cisl e Uil i segretari confederali Ignazio Ganga e Tiziana Bocchi e per l’Ugl il segretario generale Paolo Capone, insieme al segretario confederale Maria Rosaria Pugliese. «Abbiamo avviato una serie di incontri, ci confronteremo» sul Pnrr, ha detto Fitto arrivando a Palazzo Chigi.

QUESTIONE DI METODO
«Abbiamo condiviso la questione di metodo che è quella del confronto continuo su tutti i temi che riguardano i 6 obiettivi del Pnrr», ha detto il segretario generale dell’Ugl al termine dell’incontro con il ministro Fitto.
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PNRR FONDAMENTALE PER LA CRESCITA DELL’OCCUPAZIONE
“Il Pnrr rappresenta un’opportunità storica per rilanciare la crescita del Paese in una fase di radicale trasformazione del mondo del lavoro. Si rilevano, in particolare, i 4,4 miliardi di euro stanziati per il programma Gol, diretti a promuovere la formazione e la riqualificazione di circa 3 milioni di persone entro il 2025. Un piano ambizioso volto a generare nuovi posti di lavoro grazie alla creazione di nuove competenze. Per generare più occupazione è inoltre necessario coinvolgere soggetti pubblici e privati e attuare una riforma complessiva dei centri per l’impiego per favorire il matching tra domanda e offerta di lavoro ed attivare, finalmente, le politiche attive sul lavoro”, ha detto Capone durante l’incontro.

MANCA VALUTAZIONE EFFETTI
“Le richieste sono di valutare se intanto il Pnrr sta producendo effetti. Fino ad oggi non ci sono valutazioni certe e non abbiamo visto un impatto visibile. Quindi è importante approfondire la valutazione sull’impatto su lavoro e sulla vita quotidiana di questo grande strumento messo a disposizione. Poi ci sono alcuni temi specifici da verificare: c’è una complessità della gestione soprattutto da parte degli enti locali che devono mettere a terra la maggior parte dei progetti, ma non hanno le competenze all’interno, sarà necessario una semplificazione. Questa è una delle cose che chiederemo come l’accorpamento delle misure per renderlo più efficace. Se fosse possibile poi anche una nuova gestione dei tempi, tempi molto stringenti producono effetti sulla quantità di lavoro che viene svolta ma non sulla qualità”.
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