“Il modello di subordinazione proposto per i rider è incompatibile con il carattere autonomo e flessibile che contraddistingue tale tipologia di lavoro e presenta numerose criticità. Dall’indagine del quotidiano La Verità emerge che i rider spagnoli di Just Eat sarebbero pagati circa 400 euro lordi al mese. E’ questo il modello di subordinazione che propone la piattaforma? Aspettiamo delle risposte dopo l’annuncio dei giorni scorsi. Cosa ne pensano le altre organizzazioni sindacali? Per noi e’ inaccettabile barattare compensi e dignità dei lavoratori con la subordinazione”. Lo afferma in una nota Vincenzo Abbrescia, segretario nazionale UGL Rider.
“400 euro al mese, infatti, è meno del reddito di cittadinanza. In base a quanto riporta La Verità – prosegue il sindacalista – quei lavoratori non potrebbero mai guadagnare più di 600 euro al mese. Cosa farà Just Eat in Italia? Le condizioni previste in Spagna non possono essere considerate accettabili. Bisogna dare dignità anche al lavoro subordinato. Il CCNL Rider, nell’ambito del lavoro autonomo, assicura standard di gran lunga migliori. Abbiamo analizzato con attenzione l’accordo quadro – rider toscana’ firmato da Cgil, Cisl e Uil, collegato al contratto della logistica – prosegue Abbrescia -. Tale accordo definisce l’orario di lavoro’ come ‘il tempo dedicato alle operazioni di trasporto, dal ritiro alla consegna’. Quindi anche con questo contratto i lavoratori sarebbero pagati in base al tempo di consegna, ma facendo riferimento a parametri peggiorativi rispetto al CCNL Rider firmato da UGL. Per noi – conclude Abbrescia – si tratta di un modello inaccettabile che rappresenta un’offesa per i lavoratori”.

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