“Massima solidarietà e sostegno da parte della UGL Rider alle Organizzazioni sindacali spagnole che stanno manifestando contro la subordinazione, stabilita, per il lavoro in piattaforma, dal Governo”. Questo il commento del segretario nazionale UGL Rider, Vincenzo Abbrescia, a fronte della decisione  del Consiglio dei Ministri spagnolo di considerare i lavoratori  che consegnano cibo o altri prodotti come dipendenti. “E’ significativo che venga disciplinata per legge la tipologia del contratto di lavoro da applicare, ciò significa che in Spagna la libertà imprenditoriale viene condizionata e soffocata dal  legislatore. Ancor più significativo – prosegue Abbrescia – che questa legge non trovi il consenso di coloro che svolgono l’attività di Rider. Una legge che non piace ai lavoratori e rischia di allontanare gli investitori creando delle condizioni contrattuali per cui i Rider si troveranno a percepire compensi di  poche centinaia di euro al mese al limite della sopravvivenza  economica e sociale.  La soluzione non può essere l’applicazione, per legge, di un contratto di lavoro subordinato”. “Significherebbe – conclude Abbrescia – insistere con strumenti che oggettivamente risultano inadeguati per gestire il lavoro in  piattaforma. E’ innegabile, anche sulla base di esperienze che  hanno interessato diverse nazioni, che il lavoro in piattaforma  deve conservare l’autonomia e non può essere ancorato a vecchi  schemi contrattuali”.

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