“Il salario minimo nell’UE è un tema di grande rilevanza in quanto da tempo se ne parla, ma ancora non si è raggiunta una soluzione condivisa tra tutti i 27 stati che ne fanno parte”. Così il segretario confederale dell’UGL, Adelmo Barbarossa, nel corso del suo intervento in audizione presso la 14° Commissione del Senato.
“Il salario minimo – sottolinea – è una necessità assoluta per garantire una esistenza dignitosa adeguata alle esigenze dei lavoratori della UE e alle loro famiglie. Purtroppo nella realtà dei fatti molti lavoratori non riescono ad avere garantiti degli standard minimi con le retribuzioni ricevute. Il dumping salariale è un modo scelto dagli imprenditori, per nulla rispettosi del lavoro dei propri dipendenti, di avere vantaggi commerciali. Il dumping salariale è favorito da politiche aggressive volute dei singoli Stati, che puntano a fare concorrenza sleale a quei Paesi che hanno una legislatura sul lavoro più garantista nei riguardi dei lavoratori. Non in tutti i Paesi UE si hanno regole e retribuzioni definite dai contratti di categoria, solo in 6 paesi esiste questa possibilità. In altri 21 esiste una sorta di salario minimo non uguale per tutti gli Stati, stabilito dalle singole legislazioni. Si crea così una sorta di ‘babele’ retributiva che sommata a quella contributiva crea squilibri tali da far variare il costo del lavoro da Paese a Paese e chi retribuisce meno il lavoro ha indubbi vantaggi in termini di competitività”.
“La UE dovrà darsi delle regole certe sul lavoro e sulle retribuzioni minime tra tutti i Paesi che ne fanno parte, ma nello stesso tempo, crediamo sia necessario, salvaguardare i lavoratori e le aziende Europee, contro il dumping derivante dalla globalizzazione. Ogni paese deve avere pari opportunità di poter accedere sui mercati internazionali a parità di condizioni senza avere vantaggi da minor costo del lavoro. Vanno salvaguardati i diritti e la dignità dei lavoratori ad ogni latitudine ma vanno evitati i trasferimenti di attività da un Paese all’altro per sfruttare lavoratori di Paesi dove non esistono le più elementari regole che garantiscono dignità e giusta retribuzione. Per finire, bisogna mettere al bando in tutto il mondo lo sfruttamento del lavoro minorile”.
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