«L’UGL condivide la contrarietà del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ad una legge sul salario minimo legale. Per arrestare la drammatica erosione dei salari che da almeno un decennio ha ridotto sensibilmente il potere d’acquisto dei lavoratori italiani, occorre puntare sul rafforzamento della contrattazione collettiva». Così Paolo Capone, segretario generale dell’UGL, in merito all’intervento del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni sul tema del salario minimo legale ad Agorà su Rai3. «Il CCNL, infatti, è uno strumento fondamentale che nel nostro Paese disciplina oltre il 90% dei lavoratori e regola aspetti come l’organizzazione e l’orario di lavoro, la progressione di carriera, la previdenza e il welfare. La previsione per legge di una soglia di retribuzione minima oraria rappresenta un compromesso al ribasso che rischia di uniformare in senso peggiorativo anche i salari mediani. Chiediamo, dunque, al Governo di convocare un tavolo per discutere del rinnovo dei contratti collettivi nazionali e rivedere l’attuale modello di relazioni industriali nell’ottica di favorire la partecipazione dei lavoratori alla gestione e agli utili delle imprese. La priorità per l’UGL è difendere il diritto al lavoro e a un lavoro dignitoso, come prevede l’articolo 36 della Costituzione, in questa prospettiva occorre sostenere e rilanciare la contrattazione di secondo livello aziendale. Al contempo, siamo favorevoli a rendere strutturale il taglio del cuneo fiscale, una misura cruciale per contrastare il fenomeno del lavoro povero e sostenere i redditi delle famiglie», conclude.

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